Fonti sicure danno per tramontata l’intenzione del ministro Profumo, espressa alcuni giorni fa tra lo stupore generale, di avviare un percorso di studi ridotto che avrebbe portato ad anticipare gli esami di maturità a 18 anni al posto degli attuali 19. Salta, così, il piano immediato di sperimentazione del progetto, attraverso cui già dal prossimo anno scolastico una decina di istituti “pilota” avrebbero eliminato un anno di scuola d’infanzia o cancellato il quinto anno di corso della scuola primaria oppure ristretto a una sola annualità l’attuale biennio iniziale della scuola superiore.
Sarebbe stato un blitz clamoroso e arrogante di un ministro sul viale del tramonto. “I nostri giovani – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief – non hanno bisogno di percorsi di studio ridotti, ma di una maggiore alfabetizzazione e specializzazione. Non si comprende il motivo per cui il Miur presta attenzione a queste iniziative a dir poco discutibili, mentre si continuano ad ignorare le vere emergenze dell’istruzione e formazione in Italia. Come l’abbandono universitario del 25% e quello della scuola dell’obbligo, in alcune aree del Paese ancora maggiore. Per quale motivo non si pensa ad introdurre, proprio per superare l’alto numero di giovani che lasciano gli studi precocemente, di introdurre un serio apprendistato, come avviene in Germania dove oltre un milione e mezzo di alunni praticano con successo l’alternanza scuola-lavoro?”.