È ancora emergenza in Argentina, dove le inondazioni dovute al maltempo dei giorni scorsi hanno provocato almeno 52 morti, ventimila persone evacuate, uffici pubblici e scuole chiuse. Le piogge torrenziali cadute su Buenos Aires e provincia nelle ultime 48 ore, stanno mettendo in ginocchio la megalopoli argentina.
A fornire un bilancio aggiornato delle vittime è stato in serata il governatore della provincia di Buenos Aires, Daniel Scioli, che ha parlato di almeno 46 morti solo oggi che si aggiungono alle sei persone decedute ieri. Ma le autorità temono che il numero delle vittime possa aumentare nelle prossime ore. La presidente Cristina Fernandez de Kirchner è giunta nel pomeriggio in elicottero nelle zona disastrate.
Il capo dello Stato ha visitato alcune delle zone dove si sono registrati i danni più importanti, compresa la casa dove vive sua madre, che malgrado essere rimasta senza luce o gas ha deciso di non andarsene. «Io ricordo benissimo, quando avevo 12 o 13 anni, che la nostra casa si è allagata, ero piccola ma me lo ricordo, perché è successo prima dell’alba, come adesso», ha raccontato la presidente, precisando che il Paese è ancora in fase di emergenza, e che la priorità adesso è il «lavoro umanitario, come l’identificazione delle vittime» ma anche «la distribuzione di materassi, coperte e acqua».
Ieri la pioggia aveva colpito diverse zone nell’area urbana di Buenos Aires e qualche ora dopo, durante la notte, la violenta tempesta si e’ spostata verso sudest, e ha raggiunto il massimo della sua intensita’ su La Plata, la capitale della provincia di Buenos Aires, a circa 60 km di distanza, dove sono caduti circa 400 millimetri di pioggia in poco più di due ore. Almeno 20mila persone sono state evacuate dalla zona urbana di La Plata, gli uffici pubblici e le scuole sono stati chiusi, decine di migliaia di persone sono senza luce o gas – le aziende erogatrici hanno sospeso il rifornimento, per evitare incidenti – e migliaia sono di fatto isolati.