Papa, la riforma inizia con la nomina di un francescano
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Papa, la riforma inizia con la nomina di un francescano

Padre Carballo, ministro generale dell’ordine, viene chiamato da Bergoglio in Curia. La prima nomina del Papa è un’altra sorpresa. Martedì l’incontro con Ban Ki Moon.<br>

Papa, la riforma inizia con la nomina di un francescano
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7 Aprile 2013 - 11.12


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di Francesco Peloso

Comincia ad entrare nel vivo il pontificato di Francesco: la prima nomina di Curia tanto attesa conferma che le sorprese non sono finite. Il ministro generale dei francescani, il religioso spagnolo José Rodriguez Carballo, è stato chiamato quale Segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata. In pratica il dicastero che si occupa di governare gli ordini e le congregazioni religiose di tutto il mondo. Il prefetto della Congregazione è il cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz, vicino ai focolarini, uno dei sostenitori di Bergoglio, di area liberal-moderata. Il Papa gesuita ha deciso di chiamarsi Francesco certamente con aperto riferimento al santo di Assisi ma anche all’ordine francescano che in America Latina ha una storia di impegno accanto ai poveri. Carballo venne già chiamato a concelebrare la messa d’insediamento del pontificato insieme al Generale dei gesuiti padre Adolfo Nicolas.

Ma dietro la nomina c’è una storia significativa. Il ruolo di Segretario della congregazione era rimasto scoperta dall’ottobre scorso quando, dopo appena due anni, l’americano Joseph Tobin, generale dei Redentorisati, era stato spedito in fretta e furia a fare il vescovo a Indianapolis. Troppo aperto e liberal veniva giudicato dai vertici vaticani dopo appena pochi mesi di permanenza nella Curia romana. La sua colpa maggiore era quella di avere cercato un’intesa con le leaders delle suore americane da tempo in aperto dissenso con Roma e non di rado coni vescovi del loro Paese. “Femministe troppo impegnate nel sociale” era l’accusa che si abbatteva sulle religiose dai sacri palazzi.

L’organismo che riuniva le suore, forte di una rappresentanza ampia nel vasto arcipelago delle congregazioni femminili degli States, non mollava la presa e contestava gli eccessi filo-repubblicani dei vescovi Usa e certe intransigenze romane su temi come l’omosessualità. Le religiose si sono per altro già incontrate con i vertici della Congregazione per la dottrina della fede, tuttavia il conflitto era fra i più duri e difficili da risolvere per la Santa Sede. Oltre a ciò si tenga presente che la crisi delle vocazioni colpisce da diversi anni in modo specifico la vita consacrata, anche perché molti degli ordini e dei movimenti religiosi nell’epoca post-conciliare ha rappresentato la corrente più direttamente impegnata nelle crisi sociali, politiche e umanitarie assumendo spesso posizioni non ortodosse. Il che, durante il lungo pontificato wojtyliano, ha prodotto una loro progressiva emarginazione; per altro il predecessore di Braz de Aviz è stato il cardinale ultratradizionalista Franc Rodé il cui mandato era di fatto quello di ridurre al silenzio la vita consacrata. Non si dimentichi , inoltre, che dalle file dei francescani sono venuti, in passato, alcuni degli esponenti di punta della teologia della liberazione.

Oggi, in uno scenario mondiale ed ecclesiale mutato, il Papa ha deciso di chiamare direttamente nel governo della Chiesa il generale dei francescani. Carballo, 60 anni, si è formato in Terra Santa, altro luogo che avrà la sua importanza nello sviluppo dell’azine del vescovo di Roma. Dunque, in materia di nomine, il primo segnale dato da Francesco è quello netto di un forte rinnovamento. Altri tasselli poi si stanno aggiungendo in relazione all’attività diplomatica ufficiale del Papa. Martedì prossimo, infatti, in Vaticano arriverà il Segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon; la crisi siriana e i rischi di un conflitto nucleare fra le due coree saranno fra l’altro al centro dei colloqui.

Inoltre, vedendo subito il leader delle Nazioni Unite, Bergoglio dà un chiaro messaggio circa l’importanza che assegna ai temi di un governo mondiale delle crisi e dei problemi contemporanei. Il 15 aprile poi si svolgerà l’incontro con il primo capo di Stato straniero, il premier spagnolo Mariano Rajoy . Infine, assai rilevante, è la ‘presa di possesso’ della basilica di San Giovanni in Laterano da parte del Papa, che avverrà oggi. Il Laterano è infatti tradizionalmente la sede del vescovo di Roma, definizione che Francesco ha mostrato di prediligere fin dall’inizio del suo ministero. Ci si aspetta per questo un messaggio importante su come Bergoglio intende procedere; diversi leader ortodossi e delle chiese d’oriente hanno infatti mostrato grande interesse per questa scelta di Francesco che avvicina le chiese cristiane alla Santa Sede spogliando il papato dell’idea del potere assoluto. Senza dimenticare che all’interno della Chiesa cattolica tale indicazione significa maggiore collegialità e condivisone nel governo con gli altri vescovi.

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