Politica sugli scudi in Sicilia. A Palermo il presidente Rosario Crocetta scarica il Movimento 5 Stelle dopo che il suo governo si “frantuma” sulla legge di stabilità disegnando un futuro di alleanza tra il Pd e le forze centriste e di centrodestra. Ad Agrigento, invece, il presidente della Provincia Eugenio D’Orsi, malgrado l’abolizione da parte della giunta Crocetta delle stesse Province, decide di nominare dieci nuovi assessori, scrive Emanuele Lauria su “Repubblica”.
Le Province, in Sicilia, sono state dichiarate defunte per legge il 20 marzo ma Eugenio D’Orsi, il presidente dell’ente agrigentino, ha deciso di sfruttare l’ultimo mese di mandato prima dell’arrivo del commissario regionale: e dopo aver ristrutturato per intero la giunta, ha aggiunto ieri altri due assessori. Per un totale di dieci poltrone, 4 mila euro lordi ciascuna.
D’Orsi è un amministratore da record: in meno di 5 anni ha assegnato oltre 50 incarichi, facendo due calcoli quasi un assessore al mese.
Non va meglio a Siracusa, dove il presidente della Provincia Nicola Bono ha disposto l’ultima immissione in organico il 19 marzo, proprio alla vigilia del sì definitivo alla legge taglia-Province. “A Palermo – si legge sempre su Repubblica” – il presidente della Provincia, Giovanni Avanti, non si è fatto scrupolo di rappresentare un ente fantasma ed è volato a San Pietroburgo, dal 10 al 13 aprile, con un consigliere e un dirigente, per una fiera internazionale del mercato agroalimentare. Missione istituzionale pagata con i fondi comunitari programmata gia’ da mesi, precisa il presidente. Che una certa propensione alle puntate fuori porta l’aveva manifestata pure nel 2012. A novembre, in occasione di un gala organizzato dagli emigrati siciliani, soggiorno’ 10 giorni fra New York e Washington per una spesa di 11.191 euro. A dicembre una missione a Bruxelles costata quasi 1.200 euro. Frequenti spostamenti che impongono la conoscenza delle lingue. E Avanti ha frequentato infatti un corso d’inglese. Costo 2.475 euro. E fattura a carico della Provincia. O di quel che ne rimane”.