No al gioco d'azzardo da centosessanta sindaci
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No al gioco d'azzardo da centosessanta sindaci

Un Manifesto per la legalità a cui hanno già aderito 160 amministrazioni locali e una proposta di legge di iniziativa popolare a contrasto del fenomeno.

No al gioco d'azzardo da centosessanta sindaci
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6 Maggio 2013 - 22.51


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Sindaci in prima linea per combattere il gioco d’azzardo. Sono già 160 i Comuni che hanno sottoscritto il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”, promosso da Terre di mezzo e Legautonomie, con cui gli amministratori chiedono di essere messi in condizione di agire a contrasto del fenomeno, allo scopo di limitarne le conseguenze negative sulle comunità che amministrano, messe in evidenza anche dagli ultimi fatti di cronaca. Al Manifesto si associa la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare mirata alla riduzione dell’offerta e al contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura.

Tribunali impediscono di bloccare le sale gioco? I comuni rispondono con avvisi pubblici, limitazioni d’orario e sportelli per le famiglie. I sindaci chiedono che sia consentito il potere di ordinanza per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e sia richiesto ai comuni e alle autonomie locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo.

I Comuni si impegnano ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare attività di contrasto al gioco d’azzardo, intervenendo sugli Statuti Comunali, i Piani di Governo del Territorio, i Regolamenti (di Polizia Locale, del commercio, della pubblicità, delle sale gioco), la stesura di ordinanze e disponendo controlli di polizia locale sulle sale gioco presenti sul territorio.

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Terre di mezzo e Legautonomie hanno affiancato al Manifesto anche la scrittura di una proposta di legge quadro di iniziativa popolare per definire gli aspetti più problematici del gioco d’azzardo: un reale divieto di accesso da parte dei minori, una tassazione più equa rispetto alle altre imprese, un controllo più rigoroso sia dei flussi di denaro anche dei concessionari, una moratoria per l’installazione di nuovi giochi, la limitazione dei messaggi pubblicitari (seguendo l’esempio di alcolici e tabacchi). Si chiede che i sindaci abbiano la prerogativa e il parere vincolante sull’apertura di sale da gioco, proprio perché è compito primo del sindaco la salvaguardia e lo sviluppo del benessere dei propri cittadini, e quindi la vigilanza su dove queste sale possono essere, gli orari, chi ci può accedere, ecc.  L’obiettivo della proposta di legge è tutelare il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione e riconosciuto a livello nazionale e regionale, ma di fatto messo a rischio dal dilagare delle strutture che promuovono il gioco d’azzardo legale. Sulla proposta di legge è già al lavoro un team di esperti tra cui un avvocato amministrativista, consulenti costituzionalisti, sindaci e assessori.

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