In medicina il caso si chiama “bent nail syndrome”, ovvero sindrome del chiodo spezzato. A finire all’ospedale per quella che in gergo più accessibile viene chiamata “frattura del pene” è stato un 32enne di Chioggia. Un rapporto sessuale troppo focoso finito male. Il giovane, prima ha sentito un dolore fortissimo, poi un rumore simile a quello di una lacerazione. Infine ha visto un ematoma diffondersi velocemente proprio lì.
Il ragazzo e la sua partner fortunatamente hanno capito che la situazione era grave, sono saliti in auto ed hanno raggiunto il Pronto Soccorso dell’ospedale di Chioggia. Una risonanza magnetica per avere la conferma del trauma, e il ragazzo è entrato in sala operatoria.
“Eventi rari ma possibili – ha spiegato il primario dell’ospedale veneto – a provocarli è la rottura di una membrana che ricopre i corpi cavernosi del membro, determinando un’abbondante fuoriuscita di sangue dalle stesse sacche, molto irrorate durante l’erezione. Per salvare la funzionalità dell’organo si deve intervenire preferibilmente entro 48 ore”.
Una corsa contro il tempo, in cui tutto il recupero delle funzionalità si gioca sulla tempestività della reazione e sulla diagnosi corretta. E il ragazzo chioggiano ce l’ha fatta.