Ruby torna in aula, ma non ricorda
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Ruby torna in aula, ma non ricorda

La giovane marocchina torna nel tribunale di Milano per deporre nel processo Ruby bis: le mie notti ad Arcore? Non ricordo... La scorsa volta ha parlato per più di sei ore.

Ruby torna in aula, ma non ricorda
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24 Maggio 2013 - 11.45


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È il giorno del controesame per Karima El Marough, conosciuta come Ruby. La giovane marocchina testimonierà di nuovo al processo che vede Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile.

Dopo la maratona di quasi sei ore del 17 maggio scorso, durante la quale ha ribadito di non aver mai fatto sesso con Silvio Berlusconi e di non aver ricevuto da lui 5 milioni di euro, Ruby, al centro dei processi milanesi sulle feste di Arcore, torna in tribunale a Milano per raccontare la sua verità sulle serate a casa dell’ex premier.

Anche stavolta Ruby ha detto a più riprese “non ricordo date, ricordo di essere rimasta a dormire ad Arcore due o tre weekend. La mia memoria può fallire”. Sette giorni fa aveva parlato invece di “una sola volta”. Poi si parla del furto subito dalla ragazza ed è scontro. “Forse avevo 5-6 mila euro in borsa il giorno del furto”, riferisce Ruby. E il pm: “Erano 7mila”. “Se lo dice lei”. “Cambi tono”.

La giovane marocchina ha cominciato a ricostruire i contatti precedenti e successivi alla sera del 14 febbraio 2010 quando per la prima volta, ancora 17enne, fu ospite di una delle feste di Arcore. Il pubblico ministero Antonio Sangermano ha ricostruito i contatti telefonici con Lele Mora, Grazia Randazzo (la signora siciliana madre di un amico), la sua coinquiliana Caterina Pasquino e tutte le ragazze conosciute alle “cene eleganti”. In particolare con Nicole Minetti secondo l’accusa ci sono stati bene 112 contati tra febbraio a giugno del 2010.

I contatti con Giuseppe Spinelli, il ragioniere di Silvio Berlusconi e ufficiale pagatore delle Olgettine, sono inziati il 26 maggio 2010, un giorno prima della famosa notte di essere fermata e portata in Questura. “Non avevo più contatti con Berlusconi perché si era incavolato per le bugie che avevo detto”.

I rapporti con Spinelli e Coceicao – Ruby ha raccontato di aver chiamato Spinelli perché aveva bisogno di soldi e non poteva chiamare il Cavaliere. La Procura non tira le somme di questi dati, ma è evidente che si vuole provare che Berlusconi fosse consapevole almeno dal giorno prima della notte in Questra che la marocchina, poi spacciata per la nipote dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, fosse minorenne.

La Procura di Milano ha ricostruito anche il rapporto con la prostituta brasiliana Michelle Conceicao: la donna, secondo il racconto di Ruby, le avrebbe proposto di fare la prostituta perché lei – avendo avuto un problema di salute – non poteva. Ma la marocchina avrebbe rifiutato. Nell’agenda la brasiliana aveva segnato al nome di Ruby la parola “troia”, ma Ruby nega di essersi mai venduta per soldi. Ruby il 1° maggio fu scippata a Milano in corso Buenos Aires: nella borsa la marocchina aveva tra i 5mila e 7mila euro: “Erano i soldi delle serate del Presidente“.


“Le somme nell’agenda? Una forma di vanto”
– Poi Sangermano mostra a Ruby l’agenda in cui erano segnati delle somme: 70mila conservati dall’avvocato Massimo Dinoia, 170mila da Spinelli e 4 milioni e mezzo da Berlusconi: “Una forma di vanto, per dire prendo questo prendo quello” risponde al pubblico ministero e al presidente del collegio. Sangermano ha chiesto se c’era stata una trattativa a prescindere da eventuali rapporti sessuali con il presidente del Consiglio? “La richiesta soldi era per il centro estetico, le altre somme erano un vanto”.


Sul bunga bunga raccontavo cavolate
– Il pm legge poi un verbale del 3 agosto 2010 in cui Ruby aveva raccontato del Bunga bunga e dei “piaceri corporei”. La marocchina aveva raccontato ai pm che Berlusconi le aveva proposto di scendere giù, una sorta di “harem femminile” come gli aveva spiegato l’amico Gheddaffi: “Quella sera mi spiegò che le ragazze si spogliano per piacere corporeo”, ma ora la teste dice che anche quelle dichiarazioni non sono vere. “Perché dice cose vere (mai rapporti con Berlusconi, ndr) e cose non vere (Non c’erano ragazze nude, ndr)?” chiede il pm e la ragazza: “Come ho detto ai tempi raccontavo cavolate, bugie, fandonie, panzanate. Non capivo il ruolo e non capivo perché tutte quelle domande da parte dei pm”.

“Minetti sapeva che ero minorenne” ma in aula: “Cavolate” – Karima insiste ancora sul fatto che l’ex consigliera regionale sapeva sin dalla prima cena ad Arcore (il 14 febbraio 2010) che lei avesse meno di 18 anni, ma in aula rettifica anzi smentisce: “Non mi ricordo l’interrogatorio con il pm Sangermano. Mi scuso con il pm di aver raccontato delle cavolate. La Minetti l’ha saputo la sera del 27 che ero minorenne”.

“Prima avevo raccontato le cavolate e mi dispiace di averlo fatto. Oggi sono qui per dire la verità”, ha detto la ragazza che ha negato peraltro di essersi esibita in balli erotici ad Arcore. La giovane ha ricordato che almeno a un interrogatorio di essere stata accompagnata dalla figlia di Lele Mora, Diana che era intenzionata a chiederne l’affido.


“Non ricordo totale buste. La cifra esatta che ricordo è 30mila”
– Alla domanda se ricorda la cifra totale del denaro ricevuto da Berlusconi Ruby risponde di no Ruby: “Non ricordo totale busta. La cifra esatta che ricordo è 30mila”. Il procuratore aggiunto Pietro Forono le contesta un altro verbale dove Karima El Mahroug dopo aver elencato i regali del Cavaliere – gioielli e borse – aveva dichiarato: “Inoltre mi ha regalato varie somme di denaro, ho ricevuto la somma 187mila di euro da febbraio a maggio. Una parte l’ho data a mia madre per circa 40mila, la parte restante l’ho spesa in vario modo”. Ma Ruby replica: “Non ricordo questa somma. Ho esagerato”.

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