GiULiA sulla Rame: bene le scuse del Tg2, ma evitate questi errori
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GiULiA sulla Rame: bene le scuse del Tg2, ma evitate questi errori

Il movimento delle giornaliste unite commenta il servizio del Tg2: gli errori si evitano conoscendo i fatti. Basta con i messaggi fuorvianti sulla violenza contro le donne.

GiULiA sulla Rame: bene le scuse del Tg2, ma evitate questi errori
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30 Maggio 2013 - 22.59


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«Bene le scuse del Tg2, ma il servizio pubblico deve evitare i troppi errori di “genere” che ancora vanno in onda nei Tg e nei programmi di Rete. Anche se non intenzionalmente, il servizio su Franca Rame trasmetteva un messaggio inaccettabile: “Usava la bellezza fisica finché fu stupratà. Un “finché” di troppo che ha offeso la sensibilità di tante e tanti telespettatori. E con una grave omissione: che gli autori dello stupro, subito da Franca Rame, fossero fascisti. Errori, di chi ha scritto il pezzo. Errori di chi lo ha controllato».

Queste le parolescritte in un comunicato di [url”GiULiA”]http://giulia.globalist.it/[/url], l’associazione di giornaliste che afferisce a Globalist Sindycation, a proposito del servizio trasmesso dal Tg2 su Franca Rame.

«Apprezziamo molto – si legge – che il Tg2 se ne sia scusato nell’edizione della sera (l’edizione delle 20:30, ndr)» anche se «resta il vistoso scivolone del servizio pubblico, proprio nel giorno che la Rai ha voluto dedicare alla lotta al femminicidio».

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Per il movimento GiULiA, «la lotta però comincia dalla cultura e non si faranno passi avanti finché l’informazione continuerà a trasmettere messaggi sbagliati e fuorvianti sulla violenza contro le donne. Quello del Tg2 è solo l’ultimo caso. Errori e inconsapevolezza non possono più essere scusanti. Di fronte alla strage di donne in atto e all’impegno promesso dalle istituzioni, la Rai deve fare di più fino in fondo la sua parte: la rete delle giornaliste unite libere autonome, si batte perché si affermi una maggiore qualità professionale nelle redazioni, condizione necessaria a una più alta qualità dell’informazione».

E chiede da tempo che «sia varato un piano formativo che coinvolga i giornalisti a tutti i livelli, dai direttori, ai dirigenti ai redattori. Su questi temi, è ora di formare e affermare una sensibilità diversa negli operatori dell’informazione. Aspettiamo la Rai alla prova dei fatti».

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