La battaglia per la Segreteria di Stato
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La battaglia per la Segreteria di Stato

È ricominciato lo scontro di potere interno ai sacri palazzi, la tregua per l'elezione del nuovo Papa è finita. E si riparte ancora da lui, il cardinal Bertone. [Francesco Peloso]

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4 Giugno 2013 - 12.13


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di Francesco Peloso

Le acque stanno tornando ad agitarsi nei sacri palazzi romani. Se infatti prosegue la luna di miele fra Bergoglio e i fedeli che si accalcano in piazza San Pietro per ogni appuntamento pubblico con il Papa, i fragili equilibri di potere interni al Vaticano già sconvolti dall’arrivo del papa argentino, cominciano ora a sgretolarsi definitivamente. E così è bastato che ieri si diffondesse la notizia relativa alle dimissioni improvvise del Segretario di Stato Tarcisio Bertone, per far comprendere che tutto è di nuovo in movimento. E’ stato il sito ‘Dagospia’ ad avvertire che la commissione speciale di otto cardinali incaricati dal Papa di riformare la curia, avrebbe fatto pressioni affinché Bertone rassegnasse le dimissioni. Fatto che sarebbe poi avvenuto nei giorni scorsi anche se il Papa era ancora incerto se accettarle subito o rinviare di qualche tempo.

Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, ha smentito il boatos categoricamente: “il cardinal Bertone lavora tranquillamente, ha le sue udienze con il Papa, si parlano spesso per questioni di ufficio: lo abbiamo visto oggi nella basilica vaticana accanto a Papa Francesco e andrà con lui in viaggio a Rio de Janeiro a luglio”. Il tutto, insomma, altro non sarebbe che “una bufala”. Secondo fonti vaticane consultate dal Secolo XIX, “la notizia non ha fondamento anche perché il cardinale è già in un certo modo dimissionario”. E in effetti le cose stanno nel seguente modo.

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Lo scorso 16 marzo il Papa ha confermato tutti i capidicastero della Curia romana “donec aliter provideatur”, si tratta cioè di una conferma provvisoria finché il Papa non deciderà le nuove nomine. Fino ad ora l’unico ad essere stato riconfermato ufficialmente è stato il vicario per la diocesi di Roma, il cardinale Agostino Vallini. Quest’ultimo fin dall’inizio è stato accreditato di un legame particolare con il Papa anche per il rapporto stretto che Francesco ha voluto stabilire con la diocesi della Capitale definendosi spesso “vescovo di Roma” anziché Pontefice.

Va inoltre considerato che Bertone ha 88 anni e il limite per ricoprire un incarico secondo la legge della Chiesa è di 75 anni. Il cardinale ha già avuto una proroga a suo tempo da Benedetto XVI, a di certo è dato ormai in uscita. E’ pur vero, tuttavia, che finché non lo deciderà Bergoglio rimarrà al suo posto e ieri pomeriggio, per esempio, era con il Papa a San Pietro ad accogliere i pellegrini bergamaschi per celebrare Giovanni XXIII. Il fatto che andrà a Rio a fine luglio, poi, dà consistenza all’ipotesi fino ad ora più diffusa, e cioè che dopo l’estate il Papa proceda alla nomina del nuovo Segretario di Stato e al riassetto della Curia.

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Dal primo al 3 ottobre prossimo, fra l’altro, è previsto che si riuniscano gli otto cardinali coordinati dal porporato dell’Honduras Oscar Rodriguez Maradiaga, per avviare il lavoro di riforma della Curia.

E però le cose non sono così lisce come sembra. Lo stesso Bertone, infatti, nelle settimane fatidiche successive all’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI dell’11 febbraio scorso, fece in tempo a farsi rinominare da Ratzinger alla guida della commissione cardinalizia di controllo dello Ior, un organismo nevralgico per la gestione dell’istituto. La partita, insomma, resta delicata e le voci diffuse da Dagospia sono la riprova che le pressioni e le lotte interne ai sacri palazzi sono riprese e al centro c’è ancora il Segretario di Stato. Per altro Bertone ha alcuni uomini di sua fiducia alla guida dei dicasteri economici o incaricati di gestire grane non da poco come quella dell’Idi, il sistema di ospedali romani sotto un commissariamento vaticano affidato al cardinale Giuseppe Versaldi e al manager della sanità d’Oltretevere Giuseppe Profiti. E’ dunque probabile che fra le alte gerarchie ecclesiastiche ci sia chi teme, in questa fase di passaggio, la permanenza di Bertone in Vaticano.

Quest’articolo è apparso sul Secolo XIX

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