Caso Uva, un giudice stoppa l'archiviazione
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Caso Uva, un giudice stoppa l'archiviazione

Il gip boccia la mossa del pm Abate di mettere la parola fine a un'indagine mai iniziata. Fissate le udienza per sventare la prescrizione [Checchino Antonini]<br>

Caso Uva, un giudice stoppa l'archiviazione
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23 Luglio 2013 - 11.25


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di Checchino Antonini

«Buongiorno a tutti – scrive Lucia Uva sul suo profilo facebook – oggi dopo 5 anni ho ripreso ad avere fiducia nella giustizia. finalmente!!!!! devo ringraziare il mio avv. Fabio Anselmo, lui me lo aveva detto: “Lucia ci sono tanti Giudici seri e scrupolosi. Se riusciamo ad andare di fronte ad un uno qualsiasi di loro, il fascicolo della morte di Giuseppe non potrà essere così archiviato così come vorrebbe il PM.ABATE. abbi fiducia nella giustizia”. Oggi finalmente posso dire che è andata così.
Il GIP non ha nemmeno aspettato che i miei avvocati depositassero l’opposizione alla richiesta di archiviazione ed ha fissato lui stesso l’udienza per discuterla. Ma ha detto tante cose nel suo provvedimento. leggetelo! grazie».

In realtà siamo noi a dover dire grazie a questa donna che da cinque anni si batte per far luce sulla morte di suo fratello che ha tutti gli ingredienti di un caso di malapolizia e che invece un pm varesino vorrebbe a tutti i costi che sia un caso, e tra i più banali, di malasanità.

«Il decreto del Gip Giuseppe Battarino che non accoglie immediatamente la richiesta di archiviazione suona inequivocabilmente come una smentita radicale e come una critica incondizionata alle conclusioni delle indagini condotte dal pubblico ministero Agostino Abate», scrive Acad, l’associazione contro gli abusi in divisa, nata per gestire un numero verde per fermare il dilagare di casi Uva in tutta Italia.

Il Gip ha scritto così nel suo provvedimento: «La stessa qualificazione giuridica dei fatti, risultante dall’iscrizione delle persone presenti all’interno della caserma dei Carabinieri come indagati per mere lesioni personali semplici, contraddice gli esiti argomentativi della sentenza n. 498/2012 (quella in cui il giudice, assolvendo il medico indicato dal pm come responsabile di omicidio colposo, chiedeva contestualmente che gli atti fossero rinviati alla Procura per indagare sulle ore in cui Uva è stato trattenuto in caserma) ed è […] apodittica, a fronte di un evento – la morte di Giuseppe Uva – da ritenersi allo stato privo di spiegazione giudizialmente accertata; tutto ciò comporta la necessità di ulteriore valutazione e fa ritenere non immediatamente accoglibile la richiesta di archiviazione».

La decisione del Gip conferma quanto detto già da altri due giudici e cioè che non tutto è stato fatto per capire come morì Uva e cosa accadde nelle ore in cui fu tenuto, probabilmente illegalmente, nella caserma e un testimone lo sentì gridare. Il Gip, per evitare ulteriori slittamenti in una fase in cui si è comunque molto vicini alla prescrizione, ha già fissato le date per le udienze. Il decreto apre senz’altro a scenari di contestazione di omicidio o di reati comunque più gravi rispetto alle lesioni volontarie, nonché a valutazioni sulla liceità dell’arresto e sull’ipotesi di sequestro di persona, con reati ipotizzati dalle parti civile fino dal 2010 e presi in considerazione anche da altri giudici del Tribunale di Varese che si sono occupati del caso.

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