La Questura di Milano, come è previsto dopo [url”l’emissione del decreto di esecuzione della pena nei confronti di Silvio Berlusconi”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=47457&typeb=0&Berlusconi-il-pm-firma-l-esecuzione-la-pena-e-sospesa[/url] per il caso Mediaset, ha disposto la revoca del passaporto per l’ex premier.
Come prevede la procedura, il provvedimento sarà eseguito dalla Questura di Roma perché l’ex premier ha da qualche tempo eletto la propria residenza nella Capitale.
Le ripercussioni riguardano anche il futuro politico di Berlusconi. La procura ha già trasmesso la sentenza alla presidenza del Senato. In base all’art.1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, varato dal governo Monti, non possono, infatti, essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore “coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni”. Tra questi rientra anche la frode fiscale, il reato per il quale è stato condannato Berlusconi. Questa incandidabilità scatta a prescindere dalle eventuali pene accessorie e in ogni caso non è inferiore a 6 anni.
Non solo, le implicazioni riguardano anche il mandato parlamentare in corso: l’ex premier è attualmente senatore. Sempre secondo il decreto dell’esecutivo Monti la Camera di appartenza, quindi il Senato, una volta ricevuta la comunicazione della sentenza definitiva, delibera ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione. Che prevede prima un’istruttoria della Giunta per le elezioni e le Immunità (presieduta da Dario Stefano, Sel) e poi il voto (segreto se richiesto da almeno 20 senatori) di convalida da parte dell’aula. Spetta, quindi, al Senato ratificare la decadenza di Berlusconi dal mandato parlamentare.
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