Ha fatto commozione e scalpore la storia del neonato di 8 mesi, morto dopo 4 arresti cardio-circolatori nel rifugio alpino, a 3.200 metri di altezza, in Valle d’Aosta.
Ma sotto accusa, ora, è il comportamento dei genitori che lo hanno portato ad una tale quota, nonostante il bambino avesse meno di un anno di età.
I medici: l’altezza può essere un grande rischio per i neonati – «L’altitudine può essere un fattore di rischio nel primo anno di vita di un neonato» hanno detto concordi gli esperti, Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), e Francesco Romeo, direttore della Cardiologia dell’università Tor Vergata di Roma, nel commentare il decesso di un bimbo di 8 mesi all’ospedale Regina Margherita a Torino, dopo un malore in rifugio alpino valdostano a 3.200 metri e quattro arresti cardiorespiratori.
Corsello ha avvertito: «Ad alte quote c’è una mancanza d’ossigeno importante, che certamente non è la condizione idonea per un neonato al primo anno di vita. L’altitudine è inoltre un fattore di rischio che può provocare delle crisi di ipossia, la carenza di ossigeno nell’intero organismo». Secondo il numero uno della Sip, «sia al mare che in montagna si devono evitare gli eccessi. Ovvero – ha spiegato – soprattutto per anziani e bambini piccoli, meglio non frequentare altezze troppo elevate e non uscire nelle ore più calde».
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