Minacciata sul traghetto: cieca ti buttiamo a mare
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Minacciata sul traghetto: cieca ti buttiamo a mare

Sulla tratta Valona-Brindisi, il personale marittimo a una ragazza non vedente: se non te ne vai buttiamo a mare te e il tuo cane.

Minacciata sul traghetto: cieca ti buttiamo a mare
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21 Agosto 2013 - 17.58


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L’hanno allontanata dal ristorante del traghetto, le hanno impedito di accedere alle aree riservate ai passeggeri, costringendola per oltre due ore a rimanere sul pontile della motonave. Non solo, l’avrebbero anche minacciata: “Se non te ne vai buttiamo a mare te e il tuo cane”. La sua “colpa”? Essere una non vedente accompagnata dal cane guida. L’episodio è stato denunciato dalla protagonista, una 24enne albanese residente in Italia, che il 16 agosto da Valona ha raggiunto Brindisi a bordo di un traghetto della compagnia European Ferries. La Feder F.I.D.A. intanto annuncia battaglia. La presidente nazionale Loredana Pronio ha messo a disposizione della giovane i legali dell’associazione per valutare ogni possibile azione nei confronti della compagnia.

La studentessa vive in Italia da ormai dieci anni. Lontana dalla sua Tirana, Kedrit Shalari ha imparato a sbrigarsela da sola molto presto. Tanti gli episodi sgradevoli che negli anni la 24enne ha dovuto sopportare. “Purtroppo in Albania – spiega la giovane – si conosce poco la figura del cane guida, pochissimi non vedenti godono del supporto di un amico a quattro zampe. Molto spesso, non solo nel mio Paese, ci si ritrova ad avere a che fare con Enti pubblici e soprattutto agenti di viaggio impreparati, che credono sia lecito impedire l’accesso a determinati luoghi ai cani guida”.Eppure non dovrebbe essere così. La ormai datata normativa europea in materia è chiarissima: il cane guida può accedere a ogni spazio pubblico e ogni divieto in contrasto con la legge europea è privo di valore. “Mi è successo tante volte di ritrovarmi a dover litigare con gli operatori competenti prima di partire. Così negli anni ho imparato ad avvisare chi di dovere prima dell’imbarco”. Qualche giorno fa l’ultimo episodio della serie.

Venerdì 16 agosto la 24enne è pronta a tornare in Italia. Ha trascorso oltre un mese a Tirana con i propri famigliari, ora deve raggiungere Gallipoli dove la aspettano gli amici, poi andrà a San Pietroburgo. Kedrit e Vera, la cagnolina guida, sono pronte, anche il personale della European Ferries, la compagnia proprietaria del traghetto che le porterà in Italia, è già stato avvisato. “Io e Vera – racconta Kedrit –, accompagnate da un amico, saliamo sul traghetto alle 12.30. Andiamo a bere un’aranciata nel ristorante della motonave e poi usciamo per prendere una boccata d’aria. Al rientro ci si parano davanti due uomini, che con fare minaccioso, mi dicono che se voglio entrare nel ristorante devo lasciare Vera fuori”. Una persona non vedente non può separarsi dal proprio cane guida, senza non riuscirebbe a muoversi agevolmente. “Ero stupita, qualcuno mi stava umiliando ancora una volta, non potevo crederci. Allora dopo qualche minuto di discussione ho chiesto che il personale della nave visionasse il libretto di Vera, sul quale c’è scritto che può accompagnarmi ovunque. Non hanno voluto sentire ragioni. Non solo, siccome non volevo cedere alla loro violenza, questi mi hanno detto: ‘se non te ne vai buttiamo a mare te e il tuo cane’”.

La 24enne cieca è stata costretta ad abbandonare il ristorante e l’area destinata ai passeggeri. Il personale del traghetto l’ha accompagnata sul pontile della nave e le ha inibito ogni spostamento. Kedrit Shalari e la sua Vera avrebbero dovuto fare la traversata sedute su una panchina, in disparte. Un uomo ha assistito alla scena ed è intervenuto. “Questo passeggero si è arrabbiato molto con il personale della motonave – la ragazza prosegue –, voleva che i miei diritti venissero rispettati. Si è rivolto all’ambasciata italiana a Tirana, che lo ha invitato a rivolgersi al capitano della nave. Ma questi si è rifiutato di darci ascolto, prima perché impegnato, poi perché dormiva”. Un episodio grottesco. Dalla parte di Kedrit e Vera solo un amico e un passeggero. La discussione va avanti per oltre due ore, per questo motivo il viaggio non comincia nemmeno, il traghetto è fermo nel porto di Valona. Solo alle 15.30 la 24enne ottiene finalmente la possibilità di lasciare il pontile e sedersi nell’area passeggeri, a patto di non muovere un passo. Il traghetto salpa. Per bere o mangiare la giovane albanese non può raggiungere il ristorante: o qualcuno ci va per lei, o la ragazza rimane a stomaco vuoto.
Alle 20.30 Kedrit Shalari e Vera sbarcano a Brindisi.

“Mi sentivo molto frustrata per tre motivi – spiega la 24enne – Primo perché la normativa che tutela le persone che vivono la mia situazione spesso non viene rispettata; secondo perché è davvero atroce constatare come la gente tratti la mia Vera, la mia unica gioia; terzo perché nessuno dovrebbe essere maltrattato così come spesso accade a me, nessuno, soprattutto non un disabile”. Il 17 agosto Kedrit Shalari ha raggiunto la stazione dei carabinieri di Racale, in provincia di Lecce, e ha denunciato la European Ferries. Ora la giovane studentessa vuole percorrere la via giudiziaria per ottenere giustizia. Al suo fianco solo Giuseppe Terranova, vicepresidente nazionale della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e presidente del Centro Regionale Helen Keller di Messina, dove Vera è stata addestrata. Tranchant il giudizio di Giuseppe Terranova: “Un episodio orribile, questa è violazione dei diritti umani e di accoglienza”. Anche Loredana Pronio, presidente dell’associazione animalista Feder F.I.D.A, sottolinea: “Quanto accaduto è inaccettabile, vorrei tanto che chi ha umiliato così Kedrit passi almeno un giorno al suo posto, al buio e senza l’unica luce che gli permette di vivere, l’amico di libertà, il cane. Per questo motivo ho messo a disposizione di Kedrit l’assistenza legale Feder F.I.D.A”.

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