Si aggrava il bilancio della tragedia di domenica sera a Lauro (Avellino), nella quale Domenico Aschettino, ex guardia giurata di 40 anni, ha ucciso a colpi di pistola un vicino di casa, Vincenzo Sepe, di 44 anni, e ferito quattro suoi parenti al termine di un litigio per motivi di viabilità.
La figlia di Sepe, Carolina, di 25 anni, alla decima settimana di gravidanza, ferita da Aschettino con un colpo di pistola alla testa, è praticamente in condizioni di morte cerebrale, anche se non è stata ancora ufficialmente confermato l’avvio formale di tale dichiarazione. I medici dell’ospedale Cardarelli, dove la ragazza è ricoverata in coma da domenica sera – da quanto si è saputo a Napoli – stanno facendo ogni sforzo per salvare il feto, che è alla decima settimana di vita.
All’ospedale di Nola, invece, sono ricoverate la moglie di Sepe, Vincenzina Ferrara, di 42 anni (è la meno grave tra i feriti) e la suocera, Bettina Crisci, che è in rianimazione. Nell’ospedale Cardarelli è ricoverato Orlando, fratello di Carolina, che non è in pericolo di vita. Aschettino – secondo la ricostruzione degli investigatori – ha sparato per uccidere perché ha puntato ad altezza d’uomo ed ha esploso almeno otto colpi di pistola calibro 9 dinanzi all’abitazione di Sepe, che si stava intrattenendo a chiacchierare con un vicino. Poi si è allontanato per andare a bere alla vicina fontana pubblica dicendo che ora nessuno lo avrebbe più deriso.
Alla tragedia sono fortunatamente scampati un altro figlio di Sepe, Carmine, il marito di Carolina e il figlio di due anni della coppia. Vittima e assassino si conoscevano perché abitavano a poca distanza. Gente tranquilla ma Aschettino, che in queste settimane era senza lavoro, si sentiva deriso, pensava di essere oggetto di continui sfottò. L’uomo è stato bloccato dai carabinieri proprio mentre stava raggiungendo la locale caserma: ha confessato ed ha consegnato l’arma con la quale poco prima aveva fatto fuoco.
[GotoHome_Torna alla Home]