Problemi nella notte per i siti del New York Times e dell’Huffington Post e per Twitter, colpiti da un attacco hacker. A rivendicare l’azione è stato un gruppo che di definisce “Esercito elettronico siriano”. Alcuni minuti dopo l’attacco, il quotidiano newyorkese ha velocemente messo online siti alternativi, pubblicando storie degli attacchi chimici in Siria.
«Non è facile nascondere un attacco chimico, dicono gli esperti», titolava uno. Il problema, ha spiegato la portavoce del Nyt, Eileen Murphy, è stato causato da un «attacco esterno maligno» che ha colpito sito e email.
Mentre il portavoce di Twitter, Jim Prosser, hanno riferito che è stata colpita sporadicamente la visualizzazione di immagini e foto. L’attacco in particolare ha avuto come oggetto una compagnia australiana che registra i nomi di dominio di Nyt e Twitter, la Melbourne IT. Il portavoce di quest’ultima, Tony Smith, ha spiegato che nome e utente password di un rivenditore sono stati usati per accedere a diversi domini sull’account di quel rivenditore. E in questo modo i nomi di alcuni domini sono stati cambiati, tra cui quello del Nyt.
Una volta che Melbourne IT ne ha avuto notizia, la compagnia ha ripristinato i Dns colpiti ai valori precedenti e ha bloccato quelli interessati dall’attacco, ha aggiunto Smith. Ha inoltre modificato le credenziali del rivenditore, in modo che non potessero essere apportate altre modifiche.
«Stiamo rivendendo i nostri registri – ha scritto Smith in una email – per vedere se siamo in grado di ottenere informazioni sull’identità del soggetto che ha utilizzato le credenziali del rivenditore e quindi condivideremo queste informazioni con il rivenditore stesso e con gli organi pertinenti di polizia. Ci sarà anche una revisione dei livelli di sicurezza che possiamo aggiungere agli account dei nostri rivenditori».