Oltre mille tra cittadini, amministratori ed esponenti di associazioni e realtà nazionali, regionali e locali hanno partecipato oggi alla manifestazione pubblica “Riprendiamoci Suvignano”, promossa dal Comune di Monteroni d’Arbia con Regione Toscana, Provincia di Siena, Arci, Libera, Cgil, Avviso Pubblico e Coop Centro Italia per dire no alla vendita all’asta del bene confiscato alla mafia più grande del centro Italia (oltre 700 ettari).
La tenuta di 713 ettari che sorge nel comune di Monteroni d’Arbia è il bene italiano più grande del Centro Italia tra i 1663 confiscati ad oggi alla mafia. Suvignano è un’azienda agricola, al momento sotto la gestione di un’amministrazione giudiziaria, dedita alla zootecnia, allevamenti di ovini (oltre 2 mila capi) e maiali di cinta senese (oltre 200), produzioni cerealicole e olivicola. Suvignano è dotata, inoltre, di un azienda agrituristica. Andrebbe all’asta per 22 milioni di euro
L’appello di Don Ciotti – Il fondatore di Libera Don Ciotti in un testo ha affermato: “Suvignano ha un progetto grazie al quale potrebbe diventare un polmone di legalità e lavoro. La vendita significherebbe tradire i tanti che ci lavorano e il senso di una legge che in verità vuole sconfiggere le mafie”.
Bindi: la tenuta vada alle associazioni – “L’idea di mettere all’asta l’azienda di Monteroni rappresenta un tradimento della Legge del 96 sul riutilizzo dei beni confiscati alla mafia e vanifica il lavoro degli enti locali e delle associazioni di volontariato per salvaguardare una risorsa che non ha solo un valore economico ma anche sociale e civile”. Lo ha detto la deputata del Pd Rosy Bindi che questa mattina ha partecipano alla marcia per la legalita’ ‘Riprendiamoci Suvignano’, promossa dalle associazioni Libera ARCI e dal Comune di Monteroni d’Arbia, Provincia di Siena e Regione.
“La decisione dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati alla criminalità – ha aggiunto Bindi – è davvero sorprendente. Mettere all’asta la tenuta di Monteroni significa ignorare gli sforzi fatti in questi anni dagli enti locali e dalle associazioni di volontariato per salvaguardare una risorsa che non ha solo un valore economico ma anche sociale e civile.
Lo Stato non può sottrarsi alle proprie responsabilità, che sono anche quelle di promuovere la cultura della legalità mostrando che la giustizia, la coesione sociale e la solidarietà sono più forti. Il progetto di recupero Suvignano non va abbandonato e mi auguro che il Governo sappia dare un segnale concreto di speranza per questo territorio”.
Sel dopo la marcia di Suvignano: lo Stato non sia miope – “Una manifestazione grande e partecipata. Ora lo Stato non sia miope, non pensi a far cassa con un bene il cui valore simbolico è molto più grande di quello economico”. Così il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Giuseppe Brogi, ha commentato la manifestazione.
“La creazione di un tavolo permanente – ha detto ancora Brogi – rappresenta sicuramente un risultato positivo. È necessario adesso che cittadini, associazioni e istituzioni lavorino insieme fianco a fianco per costruire una soluzione condivisa”.
“Questa giornata ci mostra come il tema della legalità sia sentito e importante per cittadini e associazioni – hanno poi affermato la deputata Martina Nardi e la senatrice Alessia Petraglia – Per troppi anni si è rinunciato ad affrontare la questione della tenuta di Suvignano, che gia’ da tempo poteva essersi risolta con il passaggio definitivo in mano pubblica. D’altro canto, la presenza, oggi, di moltissimi parlamentari del Pd e della maggioranza rende più che mai evidente come, con un po’ di volontà politica, la soluzione sia alla portata. Ci mettiamo, quindi, a disposizione per proporre, sostenere e incoraggiare qualsiasi iniziativa utile a risolvere in maniera positiva questa vicenda”.