Dopo il caso della scuola Elementare di Landiona, in provincia di Novara, dove i genitori avevano ritirato i loro figli per i troppi rom, una vicenda analoga è scoppiata a Prato.
Gli alunni si sono ritrovati in classi scolastiche quasi interamente di cinesi all’istituto per ragionieri Dagomari di Prato: così alcuni studenti italiani, in netta minoranza, hanno chiesto al preside di cambiare.
In una classe sono iscritti perfino solo due italiani su venti studenti: gli altri sono tutti orientali e spesso parlano solo la loro lingua. La questione, di cui ha cominciato a riportare il quotidiano La Nazione, viene affrontata dalle autorità scolastiche assecondando le richieste perché gli italiani non rimangano isolati.
«I genitori di due studenti di 14 anni – si spiega dall’istituto – chiedono di spostare i figli di classe altrimenti cambiano scuola». Al Dagomari gli stranieri sono il 52% e il 90% è cinese. I genitori pratesi temono che i loro figli non riescano a socializzare e che la didattica proceda lentamente a causa dell’ostacolo della lingua. Inoltre i cinesi preferiscono stare fra loro. A Prato i cinesi iscrivono i loro figli all’istituto tecnico-commerciale perché acquisiscano competenze utili nella gestione delle loro aziende tessili. Ma alto è l’abbandono scolastico tra i giovani orientali: quasi la metà di chi si iscrive o viene bocciato oppure lascia già nel primo biennio.
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