Continuano gli sbarchi in Sicilia: soccorsi oltre 500 profughi
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Continuano gli sbarchi in Sicilia: soccorsi oltre 500 profughi

Sono stati salvati mentre attraversvano il Canale di Sicilia. A Lampedusa sono ferme le operazione di ricerca. È caos per l'organizzazione dei funerali di Stato.

Continuano gli sbarchi in Sicilia: soccorsi oltre 500 profughi
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11 Ottobre 2013 - 09.17


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Non si arrestano gli sbarchi di migranti sulle coste siciliane nonostante [url”la tragedia di una settimana fa a Lampedusa”]http://www.globalist.it/Detail_Reportage?ID=178&Loid=111[/url]. Oltre cinquecento profughi sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia da alcune navi mercantili in cinque diverse operazioni coordinate dalla Centrale operativa della Guardia Costiera.

Il primo intervento ha riguardato due gommoni con 109 e 101 migranti che ieri avevano lanciato l’Sos con un telefono satellitare mentre si trovavano ancora in acque libiche. Sono stati raccolti dalla nave maltese Gaz Victory che adesso sta facendo rotta verso il porto di Trapani. Altri 118 profughi sono stati tratti in salvo dalla nave Atlantic Acanthus, delle isole Bahamas, diretta verso Porto Empedocle. Due imbarcazioni con 65 e 110 immigrati sono state infine soccorse prima dalla nave Lybra della Marina Militare e successivamente dal rimorchiatore Asso 30 che li ha presi a bordo e sta dirigendosi verso il porto di Siracusa.


Stop alle ricerche a Lampedusa: 311 morti nell’hangar
– All’ottavo giorno, il barcone della morte ha smesso di restituire cadaveri: non ci sono più corpi all’interno del peschereccio naufragato davanti a Cala Croce lo scorso 3 ottobre, non ci sono più quelle pile di uomini, donne e bambini che i sub hanno liberato uno ad uno prima di portarli via dal fondo del mare. Le ricerche all’interno del peschereccio sono state dichiarate ufficialmente concluse nel pomeriggio.

Questo non significa che il bilancio attuale – 311 morti, 9 recuperati oggi, e 155 sopravvissuti – sia definitivo e, soprattutto, che le ricerche si fermeranno. Stando alle testimonianze dei migranti, sul barcone c’erano 518 persone e dunque all’appello ne mancherebbero ancora 52. Si lavorerà anche a terra, per garantire condizioni di vita più umane per i migranti e meno disagi per i lampedusani.

Caos per l’organizzazione dei funerali di Stato – Non c’è al momento alcuna indicazione ufficiale né sulla data dei funerali di Stato delle 311 vittime, annunciati ieri nel corso della sua visita a Lampedusa dal premier Enrico Letta, né sulle modalità e né sul luogo dove si terranno.

Visto l’enorme numero di bare, la presenza dei sopravvissuti e l’ arrivo a Lampedusa dei primi parenti delle vittime identificate, é molto probabile che la cerimonia si farà in quell’hangar all’ aeroporto trasformato in gigantesco obitorio, il luogo dove le istituzioni italiane ed europee hanno forse capito per la prima volta cosa vuol dire morire di speranza. Non ne sa nulla il sindaco Giusi Nicolini, per il quale però i problemi sono altri, a partire dalle condizioni in cui vivono gli 800 migranti rinchiusi ancora nel Centro di accoglienza dell’isola. La scelta del governo di proclamare i funerali di Stato è stata apprezzata anche da Roberto Maroni: “i morti vanno onorati – dice il segretario della Lega – perché è giusto e perché non hanno alcuna colpa”.

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