Potrebbe finire a carte bollate e nelle aule di tribunale il destino del contestato sacrario al generale Rodolfo Graziani realizzato ad Affile un paio d’anni fa, finito persino sulle pagine della stampa estera, sorpresa di un tale riconoscimento a quell’ufficiale inviato da Mussolini in Eritrea a reprimere nel sangue le rivolte della popolazione locale.
Le ultime notizie a riguardo erano della primavera scorsa: il nuovo presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, contrariato per quel mausoleo-casamatta dedicato a Graziani e che già aveva attirato nei mesi scorsi vetero-fascisti e post-fascisti come Mario Merlino e Augusto Sinagra (piduista e amico personale di Licio Gelli), aveva annunciato il taglio del finanziamento degli ultimi 67mila euro, da parte della regione, previsti per la riqualificazione del parco Radimonte che ospita il manufatto.
Nelle ultime 24 ore, invece, un botta e risposta tra il sindaco della piccola storica roccaforte di destra, Ercole Viri e la regione Lazio, ha rimesso tutto in discussione. “Affile ha vinto. La regione Lazio ha versato i 67mila euro previsti per la realizzazione del Museo al Soldato (intitolato al generale fascista Graziani, ndr.) – erano state le roboanti dichiarazioni del sindaco Viri a un quotidiano locale – l’atto rappresenta la resa incondizionata di Nicola Zingaretti di fronte a mesi di fango, bugie e azioni diffamatorie nei confronti del sindaco e della popolazione di Affile”. Amen.
E, per rincarare la dose, Viri aveva annunciato l’intenzione di denunciare “personalmente Nicola Zingaretti”. Tempo poche ore e arriva la smentita ufficiale della regione Lazio: “In merito alle dichiarazioni del sindaco di Affile, si precisa che ad oggi non è stato effettuato alcun mandato di pagamento, ma solo un’autorizzazione a procedere alla liquidazione, derivante da passate istruttorie amministrative superate dalle nuove risultanze raccolte”. Anche la giunta Zingaretti rincara la dose: “A seguito delle verifiche amministrative effettuate, la delibera di revoca del contributo al Sacrario al Soldato intitolato al Generale Rodolfo Graziani sarà presentata in occasione della prossima Giunta. L’amministrazione regionale conferma l’assoluta contrarietà al sostegno di qualsiasi opera monumentale dedicata a un gerarca fascista condannato per crimini di guerra”. Uno a uno.
Il sindaco di Affile non molla: “Zingaretti non può fare questo, mica sono soldi suoi. Noi abbiamo costruito e riqualificato quel parco in maniera conforme al progetto presentato e persino due funzionarie della regione Lazio venute a verificarne sul posto la congruità, avevano dato parere positivo”. Ma voi avevate scritto nel progetto (costato per intero poco meno di 186mila euro, ndr.) che avreste realizzato un monumento dedicato a Graziani?”. “Certamente”, risponde. Qualche mese fa il complicato iter della vicenda era piombato in consiglio alla Pisana. Il 29 luglio scorso, era stato lo stesso Zingaretti a rispondere in merito all’interrogazione del consigliere regionale Giancarlo Righini dei Fratelli d’Italia (sospeso dal partito per una condanna in primo grado a 4 anni per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta) che chiedeva conto del saldo mancante al comune di Affile: secondo la nota del capo della Giunta, dal verbale del sopralluogo risultava che: nel parco erano presenti la targa dedicata a Luigi Ciuffa, ex-sindaco missino del paese. La scritta “Patria e Onore” senza altro riferimento. Una foto di Graziani dentro al sacrario, “unico riferimento al generale”.
Risultava poi dai documenti del comune di Affile che il parco, con la delibera 66 del 21/7/2013, era stato dedicato proprio a Ciuffa e al Sacrario al Soldato (generale Rodolfo Graziani). Ma quello che a Zingaretti non è andato giù erano state (testuale) “le dichiarazioni del sindaco Viri con cui esprimeva tutta la sua ammirazione nei confronti di Graziani”. Perciò, concludeva la nota del presidente della regione, il saldo per i lavori di riqualificazione sarebbero stati concessi soltanto nel caso che il comune di Affile avesse ritirato la dedica al generale. Strano, ribatte Viri: io ho ricevuto ieri il verbale dell’avvenuta liquidazione. Si sente in una botte di ferro, il sindaco di Affile. Tanto che il 21 settembre scorso, in una delibera votata dalla maggioranza faceva approvare il piano di “turismo politico” da lui auspicato per i possibili pellegrinaggi di devoti al (loro) illustre concittadino Graziani (chissà se anche per le sue gesta).
E, anche in questo caso, aveva voluto rilanciare: “Vogliamo Silvio Berlusconi affidato per i servizi sociali al nostro paese!”. E spiega il motivo, nel sito dedicato a Rodolfo Graziani: “Il sindaco di Affile Ercole Viri, tra i soci fondatori dell’Associazione Culturale Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani, invita il Presidente Silvio Berlusconi a scegliere Affile quale Comune per “scontare” attraverso il servizio sociale l’assurda condanna. Il Presidente potrà occuparsi dei giardini del parco Radimonte, catalogare i cimeli del Museo al Soldato e curare l’organizzazione degli eventi culturali che si svolgeranno nel Parco. Affile è un paese noto per il Cesanese, ottimo vino DOC, per l’aria salubre ma soprattutto come il Paese del Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani, indomito guerriero come il Cavaliere. Il Sindaco si impegna fin da ora ad intitolare all’indomito condottiero Berlusconi l’eventuale sopraelevazione del Museo al Soldato”.
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