Ue all'attacco: l'Italia discrimina i precari
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Ue all'attacco: l'Italia discrimina i precari

Insegnanti precari sottopagati e trattati diversamente rispetto ai permanenti. Ue: «Basta discriminare i precari. Bisogna confermare dei salari più alti e più certezze».

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20 Novembre 2013 - 21.18


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«Basta con la discriminazione degli insegnanti precari della scuola pubblica, lo Stato deve assicurare stipendi uguali a quelli di ruolo e dare più certezze visto che svolgono lo stesso lavoro ma hanno un contratto diverso che li lascia precari anche dopo tanti anni di lavoro continuativo»: lo chiede la Commissione Ue all’Italia, mandando avanti la procedura d’infrazione già aperta.

L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles altrimenti la Commissione la porterà dinanzi alla Corte Ue.

«La Commissione Ue – spiega un comunicato – ha ricevuto numerosi ricorsi che indicano come questo tipo di staff è trattato in modo meno favorevole di quello permanente. In particolare, sono impiegati con contratti a termine ma ‘continuativi’, per molti anni, che li lasciano in condizioni precarie nonostante svolgano un lavoro permanente come gli altri. E le leggi non prevedono misure per prevenire tali abusi. Inoltre, ricevono un salario più basso dello staff permanente nonostante abbiano le stesse qualifiche ed esperienze. Per la Commissione, la situazione dei precari è contraria alla direttiva sul lavoro a tempo determinato».

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