Questa mattina, al liceo classico Dettori di Cagliari, si è sfiorata la tragedia: il soffitto della classe Ic al piano terra è crollato rovinosamente, ferendo una professoressa, poi soccorsa da un ambulanza del 118 e una studentessa, a cui è stato consigliato un controllo medico. I vigili del fuoco hanno fatto immediatamente evacuare l’istituto.
“Questo non è che uno dei molti casi in cui la vita stessa degli studenti è messa a repentaglio”, dichiara Giobbe Lahouioui, coordinatore regionale dell’Unione degli studenti Sardegna. “Troppe volte abbiamo denunciato le condizione spaventose in cui sono ridotte le scuole isolane. Dall’amianto degli istituti di Sant’Antioco agli allagamenti dell’artistico di Quartu, è lampante che la situazione è tragica ed emergenziale”
Già durante le manifestazioni regionali del 15 e del 22 novembre gli studenti avevano lanciato l’accusa alle politiche regionali per l’indifferenza e la superficialità con cui si è trattata questa tematica, lasciando in maniera provocatoria un manichino ricoperto di macerie difronte al palazzo regionale e simboleggiare le morti dovute alle mancanze dell’edilizia scolastica.
“Gli studenti sardi sono costretti ogni giorno a studiare in edifici costruiti per il 60% prima degli anni 70, di cui la metà è senza certificato di agibilità e una scuola su dieci è su un territorio a forte rischio idrogeologico” – continua Lahouioui – “Non possiamo tollerare che l’attenzione sul tema venga posta solo in seguito alle tragedie, non possiamo accettare interventi tampone pagati con la vita dei nostri compagni, pretendiamo immediatamente un piano straordinario di finanziamenti per la messa in sicurezza e l’ammodernamento di tutte le scuole sarde, perché non si può morire entrando a scuola”