Terra dei fuochi, ex Gdf: i miei colleghi sapevano
Top

Terra dei fuochi, ex Gdf: i miei colleghi sapevano

L’ex maresciallo Giuseppe Carione denuncia alti ufficiali della Guardia di Finanza. Avrebbero insabbiato le inchieste, diventando complici dell’avvelenamento dei terreni agricoli.

Terra dei fuochi, ex Gdf: i miei colleghi sapevano
Preroll

Desk2 Modifica articolo

29 Novembre 2013 - 11.27


ATF
di Massimo Lauria

Scavare a fondo in questa vicenda non è solo la parabola metaforica di un’inchiesta dai contorni inquietanti, dove pezzi dello Stato hanno avuto un ruolo decisivo nel coprire i crimini della camorra. Ma significa dissotterrare di fatto tonnellate di rifiuti tossici, che da anni avvelenano milioni di ettari di terreni agricoli. Ora le accuse del maresciallo in pensione della Guardia di Fiananza, Giuseppe Carione, spalancano altri scenari da incubo.

Carione, infatti, accusa alcuni suoi ex colleghi – tra cui alti ufficiali della Gdf – di aver insabbiato le inchieste sui veleni. Quelli che avrebbero dovuto controllare i luoghi inquinati e punire i criminali – secondo le accuse dell’ex maresciallo – si sono girati dall’altra parte, facendo finta di non vedere e diventando complici di quegli avvelenamenti. Accuse da verificare, ma circostanziate, affidate ai magistrati di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

Per quindici anni – dal 1989 al 2004 – Carione ha prestato servizio presso la compagnia di Aversa con il grado di maresciallo capo e la qualifica di verificatore fiscale. In quel periodo l’ex ufficiale dice di aver visto sotterrare qualsiasi tipo di porcheria nei campi tra Aversa, Lusciano e Parete, dove adesso crescono le fragole. Ma dice soprattutto che chi avrebbe dovuto controllare – tra cui colonnelli e generali – non ha voluto indagare.

Leggi anche:  "Fotonica", a Roma l'ottava edizione del festival di arte digitale

Il racconto di Carione si riferisce a fatti avvenuti nel 2002. Scoprì lo smaltimento illegale grazie alle informazioni dell’imprenditore Gaetano Vassallo, il “ministro dei rifiuti del clan Bidognetti, che sarebbe poi diventato un pentito di camorra. Vassallo, che all’epoca era una sorta di “informatore” della polizia giudiziaria, avvisò «che era in atto, in Agro, tra Aversa e Lusciano (o Parete) un grosso traffico di rifiuti pericolosi smaltiti su terreni agricoli da parte dei fratelli Roma (Elio e Generoso) di Trentola Ducenta».

«Se i magistrati me lo chiedono – spiega Carione -, li porterò nei luoghi precisi dove scavare. Ci sono andato qualche tempo fa, nessuno ha mai scavato, una parte è desertificata, non c’è manco l’erba, in un’altra parte invece ci sono serre coltivate, vi crescono le fragole: chissà chi le ha mangiate in questi anni». L’ex maresciallo era stato allontanato poi da Aversa e trasferito a Ischia, dopo aver denunciato alcuni alti ufficiali della Guardia di Finanza per presunti occultamenti di inchieste e accertamenti fiscali.

Leggi anche:  Un viaggio virtuale nella storia: l'ascensore del Re al Palazzo Reale di Napoli

Nel 2008 il suo caso arrivò in Parlamento, grazie ad una interrogazione dell’ex segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano. Anni dopo quell’interrogazione non aveva ancora avuto risposta. Giordano chiedeva le ragioni del trasferimento di Carione. Si trattava di una punizione per le sue inchieste? «Nulla a che vedere con le attività di indagine da questi svolte?». Undici anni dopo i fatti raccontati, ci si augura che le sue segnalazioni possano finalmente essere utili.

Native

Articoli correlati