Si allunga la lista delle spese folli degli ex consiglieri del Pdl della regione Lazio che sono sempre più vicini ad essere processati. Dopo “Er Batman” Franco Fiorito e l’ex presidente del consiglio Mario Abruzzese, apripista alle inchieste di quasi tutt’Italia, la procura va avanti.
Alberto Pioletti, il pm che ha coordinato l’inchiesta su Fiorito, ha chiuso le indagini e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per quattro ex consiglieri del Pdl. Fatture gonfiate o spese personali saldate tra il 2011 e il 2012. Uno degli esponenti del Pdl, Stefano Galetto, è riuscito a finanziare con i soldi pubblici il suo circolo del rugby, mentre la collega Lidia Nobili ha giustificato con false fatture gli acquisti, le cene e tutti gli eventi mondani organizzati a Rieti, sua città natale. Rischiano il processo anche gli ex consiglieri Carlo De Romanis e Romolo del Balzo, tutti accusati di truffa. Con loro ci sono altrettanti titolari di società. A Stefano Galetto è contestato il peculato.
De Romanis dovrà spiegare come mai a fronte di spese dichiarate per 98 mila euro ha prodotto documentazione contabile giustificativa per soli 24 mila euro. Sono due le richieste di finanziamento presentate da De Romanis: la prima da 39 mila euro è stata soddisfatta con tre bonifici diretti all’associazione “Giovani del Ppe” e la seconda con un unico bonifico da 15 mila euro, sempre con la stessa causale e destinatario.
Archiviate, invece, le fatture più bizzarre addebitate al gruppo, purché conciliabili con spese della politica o inferiori ai 5mila euro: per esempio il servizio fotografico dell’ex consigliere Veronica Cappellaro, che ha anche pagato da “Pasqualino al Colosseo” circa 17 mila euro e al “Bar Martini” una cena sociale 8.800 euro. E poi anche l’acquisto di cravatte di Marinella o dello champagne.
Le inchieste, però, riguardano non solo il gruppo del Pdl, ma anche quello del Partito Democratico di Rieti. Le spese documentate sul sito internet del Pd per la passata consiliatura ammontavano a circa due milioni di euro. Il Nucleo tributario indaga per ordine del procuratore Giuseppe Saieva per falso e peculato. In tutto sono quattordici le persone finite sotto inchiesta, compresi portaborse e segretari.
Si va dalle ricevute di alberghi per ben quattro «presentazioni del libro di Reichlin» che in realtà erano state organizzate tre mesi prima ai convegni affidati a misteriosi studi fotografici e forse mai realizzati. Ma poi ci sono le cene da 8 mila euro nei ristoranti della zona giustificate a fini elettorali, gli scontrini per le bevande da 1.200 euro, i 6 mila euro per improbabili incontri su sviluppo del territorio e musei. Sotto osservazione sono finiti i servizi in tv a pagamento, i cesti spediti per Natale, il sostegno finanziario ad alcuni quotidiani e periodici.