Caso Meredith: in caso di condanna arrestare Amanda e Raffaele
Top

Caso Meredith: in caso di condanna arrestare Amanda e Raffaele

Le misure cautelari prese in considerazione vanno dal divieto d'espatrio, con il ritiro del passaporto, all'arresto. Esiste un pericolo di fuga per Knox e Sollecito.

Caso Meredith: in caso di condanna arrestare Amanda e Raffaele
Preroll

Desk2 Modifica articolo

20 Gennaio 2014 - 16.24


ATF

Il procuratore generale della Toscana, Alessandro Crini, ha chiesto alla Corte d’appello di Firenze “l’applicazione di una misura cautelare” nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito in caso di condanna per l’omicidio di Meredith Kercher per “assicurare l’esecuzione della sentenza una volta definitiva”. Crini ha giustificato la sua richiesta ricordando che la Knox vive negli Stati Uniti e che Sollecito ha compiuto diversi viaggi all’estero.

In aula per il processo dell’appello bis è presente uno dei due imputati, Sollecito, mentre Amanda Knox è rimasta negli Stati Uniti, dove vive, senza alcuna intenzione di tornare in Italia, neanche in caso di condanna, come ha avuto modo più volte di confermare. La sentenza è prevista per il 30 gennaio: le richieste dell’accusa sono di 26 anni per Sollecito, 30 per la Knox.

Le misure cautelari prese in considerazione vanno dal divieto d’espatrio, con il ritiro del passaporto, all’arresto. “Ho chiesto – ha spiegato il pg in una pausa dell’udienza – che la misura sia idonea ad assicurare l’esecuzione dell’eventuale condanna. La forma la sceglierà la Corte, potrebbe anche essere un semplice divieto d’espatrio”.

A chi gli chiedeva di una eventuale richiesta di arresto, Crini ha risposto: “Avrei potuto, ma ricordiamoci che dopo l’appello ci sarà il vaglio successivo della Cassazione”.

“Meredith uccisa per lo sciacquone”. La teoria del procuratore di Firenze – Non ci sarebbe un gioco erotico finito male alla base dell’omicidio di Meredith, secondo il procuratore generale, come ha spiegato durante la sua replica. L’ipotesi del gioco era stata formulata dai magistrati di Perugia. Per Crini il movente risiede nelle “tensioni e i contrasti fra Amanda Knox e Meredith legati alla pulizia della casa”. Quella sera, Rudy Guede sarebbe andato in bagno senza poi tirare lo sciacquone. Meredith si sarebbe arrabbiata e a quel punto si sarebbe innescato “un meccanismo di conflittualità che poi ha dato luogo a quel montante rapido che ha scatenato la reazione di gruppo. Guede alimenta la polemica e poi continua con l’approccio” violento a Meredith, “la Knox, che è l’interlocutrice diretta di Meredith” sta dalla parte di Guede, “e Sollecito è in posizione di necessario e naturale sostegno ad Amanda”.


Sollecito, avvocato che mi succede?
– “Avvocato, che mi succede?” ha chiesto Raffaele Sollecito a uno dei suoi difensori, l’avvocato Luca Maori. “Assolutamente nulla” la risposta del legale al giovane pugliese. “Questa richiesta non ci tocca” ha poi sottolineato l’avvocato Maori.

Il giorno della sentenza dell’appello bis Sollecito sarà in Italia. Lo ha confermato lo stesso Sollecito durante una pausa del processo d’appello bis in corso a Firenze. “Sarò in Italia – ha detto ai giornalisti Sollecito – Non ho ancora deciso se sarò in aula, a Firenze, o se starò a Bari. Dipende dalle contingenze organizzative”. Ai giornalisti che gli chiedevano un commento sull’andamento del processo, Sollecito ha risposto: “Oggi parlano i miei avvocati”.

Difesa Amanda, vita normale sperando fine incubo – “Amanda è fiduciosa che la Corte proclami la sua innocenza. Non vede l’ora che l’incubo finisca”, ha detto l’avvocato Carlo Dalla Vedova, uno dei difensori di Amanda Knox. “Amanda fa una vita normale da studentessa – ha aggiunto – e segue passo dopo passo il processo”

Native

Articoli correlati