Il Muos, mega sistema satellitare di telecomunicazione militare della Us Navy costruito a Niscemi, è stato completato. In poco più di due giorni e due notti sono state montate tutte e tre le gigantesche parabole elicoidali che mancavano per ultimare i lavori. Le mamme “No Muos” hanno riferito di avere pianto vedendo le tre parabole.
La costellazione Muos voluta dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti è ora completa. La base di Niscemi si aggiungerà quindi alle altre tre già esistenti: a Nolfork in Virginia, a Geralton in Australia e nelle Hawaii. Gli attivisti No-Muos che fino all’ultimo si sono incatenati davanti ai cancelli della base in segno di protesta, non sono riusciti a impedire che venisse montata anche la terza e ultima parabola.
Si mobilitano i deputati 5 stelle – Ieri una lettera indirizzata al presidente della Commissione Europea è partita dall’Assemblea regionale siciliana a firma del presidente della commissione Ambiente, il “cittadino” del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino, mentre a Roma è già pronta una mozione dell’intergruppo parlamentare per la pace, composta da deputati e senatori di diversa estrazione politica, che a breve verrà presentata a Montecitorio per chiedere al governo di impegnarsi immediatamente a revocare ogni tipo di autorizzazione sul Muos di Niscemi.
Intanto ieri attivisti dei comitati No Muos si sono incatenati davanti all’installazione militare di Niscemi, per protestare contro la costruzione del sistema satellitare e l’accelerazione dei lavori: “Chiediamo al presidente della Regione Rosario Crocetta, di intervenire in autotutela per garantire il principio di precauzione a tutela della salute dei siciliani” fanno sapere dalla federazione dei Verdi in Sicilia.
“Visto che la Regione e lo Stato – afferma il deputato regionale del M5S, Giampiero Trizzino – hanno fatto orecchie da mercante, sorvolando su tutte le violazioni commesse dagli americani e sui gravi rischi per la salute che corrono le popolazioni locali, abbiamo deciso di investire della gravissima questione direttamente la Commissione europea. E non ci fermeremo qui: continueremo infatti a lottare fino all’ultimo, cosa che, del resto, abbiamo sempre fatto”.