Disse Pierferdinando Casini al tempo dell’elezione a sindaco di Ignazio Marino, dall’alto (o dal basso, dipende dai punti di vista) della sua saggezza post-democristiana (o tutt’ora democristiana”): “la sinistra delle biciclette che ha vinto a Roma è la sinistra della demagogia che non ha nulla a che fare con la sinistra riformista, poi quando piove voglio vedere che fa”.
Ora che la pioggia è arrivata, Marino fa quello che fanno tutti e che Casini aveva premonizzato: si bagna. Lancia qualche accusa contro gli abusi edilizi, istituisce le magiche “unità di crisi” e si becca sul web le prese per i fondelli ([url”#sottoMarino”]http://theparty.globalist.it/Detail_News_Display?ID=60980&typeb=0&#SottoMarino-il-sindaco-bersaglio-del-web[/url]) che erano toccate anche ai suoi predecessori. Così magari imparano lui, e il suo partito, ad essere un po’ più pacati quando si sta all’opposizione. Perché va bene il detto “piove governo ladro” e passi pure il fatto che Alemanno aveva il dono di “moltiplicare le disgrazie”, ma al sindaco missino – dalla neve all’acqua – non gliene fecero passare nessuna.
Ma il maltempo è uguale per tutti. Non come la legge che ogni tanto ne spunta qualcuna ad personam: se piove si bagnano tutti, anche Marino.
E sai che fatica pedalare contro vento, con il k-way che non tiene nulla e il vecchio rimedio del giornale davanti al petto che è perfettamente inutile. E’ faticoso, così come è faticoso fare il sindaco travestendosi da extra terrestre, non ascoltando niente e nessuno ed anzi, evitando accuratamente l’aiuto degli altri che, magari gentilmente, ti facevano notare che i problemi di Roma non si risolvono pedalando senza fretta. Perché, in certi casi, almeno una canoa di scorta sarebbe meglio averla.