Parlano di accanimento e di mistificazione. Difendono i loro colleghi, condannati per l’omicidio di un giovane di 18 anni. E parlano di “macchina del fango”. Non c’è davvero pace per Federico Aldrovandi, lo studente ferrarese ucciso dal violento trattamento di quattro poliziotti, condannati per la sua morte (con conferma della Cassazione) e già reintegrati sul posto di lavoro. Un reintegro contro il quale, solo ieri, in migliaia hanno sfilato a Ferrara al grido di “Via la divisa”.
E oggi il Sap, uno dei principali sindacati delle forze dell’ordine, decide di parlare di “accanimento contro gli operatori delle forze di polizia” e denuncia “una pelosa macchina del fango che mistifica la realtà dei fatti trasformando, spesso, i violenti in eroi e i poliziotti in delinquenti”. Parole del presidente nazionale Gianni Tonelli, che ha annunciato il prossimo inizio di una campagna, “#vialamenzogna”, che sarà lanciata insieme ad altre iniziative pubbliche. “A fronte delle migliaia di gesti eroici compiuti ogni giorno dai poliziotti sui quali spesso si tace – secondo Tonelli -, vi sono pochi casi isolati dove la strumentalizzazione ideologica e mediatica prevale sui fatti. Non mi riferisco soltanto alla vicenda Aldrovandi, che pure rappresenta un caso emblematico e nella quale – arriva a sostenere – le vere vittime sono i nostri colleghi”. Come se chi chiede giustizia per Federico e quelli come lui stesse accusando tutta la polizia e non le mele marce che hanno compiuto le violenze. “Noi siamo e resteremo sempre dalle parte dei poliziotti accusati ingiustamente, anche occupandoci della loro tutela legale – conclude Tondelli -. Oggi siamo pronti a lanciare una campagna nazionale che ha come primo obiettivo quello di difendere le donne e gli uomini in divisa”.