L'8 marzo raccontato a una bambina
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L'8 marzo raccontato a una bambina

Perché tutti i giorni deve essere l'8 marzo? I bambini vanno dritti al punto: "Perché non ci vogliono in Parlamento? Perché siamo più brave?". [Marilù Mastrogiovanni]

L'8 marzo raccontato a una bambina
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8 Marzo 2014 - 11.42


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Provate a spiegare ad una bambina perché l’8 marzo è importante e perché ogni giorno deve essere l’8 marzo.

I bambini vanno dritti al punto e cassano la retorica. A loro non interessa. Se decidono di voler capire, lo fanno davvero, e con domande dirette ti costringono a cercare risposte nette.

Io ci ho provato, e una bambina non ci può credere che, quello che le dico, possa accadere ancora oggi.

Abbiamo preso l’articolo 3 e 51 della Costituzione italiana e abbiamo elencato alcuni motivi del perché, in Italia, non sono attuati:

1. Le donne a parità di lavoro guadagnano meno degli uomini (“Davvero”?! “Si”. “E perché”? “Non so spiegarti perché, ma oggi una manager è come una tabacchina tanti anni fa: faceva lo stesso lavoro degli uomini ma a meno di metà prezzo”. “Ma non è giusto”! “Lo so”.);

2. In questo momento in Parlamento la maggioranza dei parlamentari non vuole che la nuova legge imponga che le liste siano composte per metà uomini e metà donne. Addirittura la Regione Puglia ha già bocciato una legge simile, la legge 50/50 (“Davvero”?! “Si”. “E perché non ci vogliono”? “Forse perché siamo più brave e ci temono”);

3. La maggior parte delle donne quando nasce il secondo figlio lascia il lavoro (“E che senso ha”? “Sono costrette, perché gli uomini guadagnano di più, non ci sono asili pubblici e gratuiti e quindi si fanno due conti e fanno un passo indietro”);

4. Le donne sono più brave degli uomini, si laureano con voti migliori ma tutti i posti di potere sono in mano agli uomini, i grandi manager e politici sono tutti uomini (“Non è giusto! Se una è più brava deve andare più avanti, deve fare più carriera”);

5. Se un’azienda deve assumere un dipendente spesso tra un uomo e una donna preferisce l’uomo perché l’imprenditore pensa che la donna prima o poi andrà in maternità e questo è considerato un peso. Spesso fanno firmare una lettera di dimissioni già prima di assumere una donna (“Ma questo non si può”! “Lo so, ma lo fanno”. “E poi i bambini li possono fare solo le donne, quindi perché pensano che sia un peso? Dovrebbero ringraziarle invece”!).

Abbiamo anche fatto un esercizio, lungo giorni: abbiamo analizzato le pubblicità in tv e la bambina ha notato che le donne sono sempre quelle che puliscono la casa, spesso male. Poi ad un certo punto arriva un uomo che risolve tutto, insegna loro a pulire e suggerisce il detersivo giusto.
“In tv pensano che neanche le sguattere sappiamo fare”.

“Si chiamano stereotipi”

“Che significa”?

“Significa che le donne vengono sempre rappresentate in un certo modo: pensano sempre ai vestiti, puliscono, si disperano per i peli e i capelli crespi, cambiano i pannolini ai bambini, hanno mal di pancia e gambe pesanti”.

“Penso che l’8 marzo servirà ancora per molto”.

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