Pedofilia: la storia di Padre Ivanov, l’impunito
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Pedofilia: la storia di Padre Ivanov, l’impunito

Sfuggito al processo penale grazie alla prescrizione, il monaco croato può vivere da uomo libero nonostante la condanna per pedofilia inflittagli dalla Chiesa

Pedofilia: la storia di Padre Ivanov, l’impunito
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redazione Modifica articolo

11 Marzo 2014 - 09.32


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Non è certo ciò che speravano le vittime di don Nedejeljko Ivanov, dopo aver affrontato un’estenuante crociata per ottenere giustizia dinanzi alle autorità giudiziarie ed ecclesiastiche della Croazia. E i casi di abusi sessuali sui minori sollevati dinanzi al tribunale ordinario e all’Arcidiocesi di Zara sono solo una goccia nell’oceano rispetto alla drammatica scia di violenze che il sacerdote ha lasciato dietro di sé, lunga un ventennio: dal 1976 al 1996. Grazie al coraggio dei due uomini, ora cinquantenni ma ragazzi ai tempi degli abusi subiti a Bibigne negli anni ’80 e ’90, i giornalisti croati stanno raccogliendo decine di testimonianze che fanno luce sul passato scellerato di questo “orco” con la tonaca.

Ma come ricorda il quotidiano “Jutranji List”, resta l’enorme amarezza nel constatare che padre Ivanov potrà continuare a vivere da uomo libero, malgrado gli orrendi crimini di cui si è macchiato. Sì, perché nonostante la condanna per pedofilia emessa a febbraio dal Tribunale ecclesiastico di prima istanza dell’Arcidiocesi di Zara, retto da don Zdravko Katusa, il sacerdote è sfuggito all’incubo di un verdetto di colpevolezza in sede penale, grazie all’intervenuta prescrizione. La tagliola giudiziaria, secondo il codice penale croato, in casi del genere scatta una volta decorsi 15 anni dallo svolgimento dei fatti: una garanzia di impunità, dunque, che mette al riparo l’autore del reato da ogni iniziativa penale.

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D’altronde è pur vero che la decisione della Chiesa cattolica croata, vagliata e approvata la scorsa settimana dalla Congregazione per la dottrina della fede, assume una portata storica, visto che fino ad ora mai un parroco croato era stato ritenuto responsabile di violenze sessuali commesse sui minori. Un buon esempio di giustizia ecclesiastica, quindi? Considerati i precedenti, si direbbe proprio di sì, ma la condanna dell’Arcidiocesi di Zara, a quanto sono riusciti a scoprire i media croati, incrinando la cortina di riservatezza che circonda la questione, risulta essere clamorosamente blanda.

La punizione, infatti, consiste semplicemente nell’allontanamento perpetuo dalla Diocesi di Bibigne, nella perdita degli incarichi ecclesiali con il divieto di svolgere il ministero in pubblico, nella confisca di parte della pensione mensile che verrà devoluta in beneficenza e nell’obbligo di porgere pubbliche scuse alle vittime e alle loro famiglie. In più padre Ivanov dovrà continuare a risiedere temporaneamente a Zara, dal momento che la Curia ha intenzione di trasferirlo fra qualche mese in una minuscola diocesi di campagna. Appena trapelata la notizia, gli abitanti di Zara hanno scatenato un fittissimo coro di critiche rilasciando feroci interviste ai quotidiani locali e ai media accorsi in città.

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