Rinvio a giudizio per i senatori Verdini e Conti
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Rinvio a giudizio per i senatori Verdini e Conti

Accusati di aver lucrato su una compravendita immobiliare: il palazzo era stato acquistato la mattina a 26 milioni rivenduto a 44 milioni dopo poche ore.

Rinvio a giudizio per i senatori Verdini e Conti
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7 Aprile 2014 - 19.35


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La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dei senatori di Forza Italia Denis Verdini e Riccardo Conti, ex esponenti Pdl, e di Angelo Arcicasa, ex presidente di Enpap, per la vicenda di una plusvalenza da 18 milioni di euro legata alla compravendita dell’immobile di via della Stamperia, in centro a Roma. Il gup Nicola Di Grazia si pronuncerà il prossimo 16 maggio.

I fatti – Nel 2011 l’immobile fu acquistato dall’Enpap per quasi 50 milioni di euro dalla società Estatedue Srl, amministrata da Conti, che poche ore prima l’aveva comprata per 26 milioni.

L’immobile (3.900 metri quadri distribuiti su cinque piani nel pieno centro storico di Roma) fu acquistato dal fondo Omega di Intesa Sanpaolo. Poche ore dopo il passaggio di proprietà all’ente previdenziale degli psicologi, l’Enpap. La cifra lievitò notevolmente fino a 44,5 milioni di euro. In qualche ora Conti fece registrare un profitto di 18 milioni di euro, plusvalenza fu ottenuta senza anticipare nulla.

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I reati contestati – Nei confronti di Arcicasa e Conti l’accusa è di concorso in truffa aggravata mentre Verdini, che nell’operazione di compravendita non ha avuto nessun ruolo, deve rispondere di finanziamento illecito assieme al suo collega di partito. L’ex coordinatore del Pdl avrebbe, infatti, ricevuto da Conti circa un milione di euro pochi giorni dopo la compravendita dello stabile.

Per Conti la procura contesta anche il reato di omesso versamento dell’Iva per oltre 8,6 milioni di euro nel 2011. In questo ambito nell’ottobre scorso i pm di piazzale Clodio disposero il sequestro per equivalente di appartamenti, titoli, conti correnti bancari, automobili e quote societarie.

Ad Arcicasa, infine, è contestato l’ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza, perché come presidente del cda di Enpap non avrebbe fornito alla Covip, commissione di vigilanza sui fondi pensione, tutti i dettagli dell’operazione immobiliare.

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