Ucciso per non aver voluto pagare il pizzo, assassini presi dopo 25 anni
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Ucciso per non aver voluto pagare il pizzo, assassini presi dopo 25 anni

L'imprenditore si era rifiutato di pagare il pizzo invitando anche altri commercianti a fare lo stesso.

Ucciso per non aver voluto pagare il pizzo, assassini presi dopo 25 anni
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7 Aprile 2014 - 11.33


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Sono serviti 25 anni per scoprire ed arrestare gli assassini di Francesco Pepi, commerciante ucciso dalla mafia nel 1989 perché si era opposto al pagamento del pizzo e aveva esortato gli altri imprenditori a fare lo stesso. Il gip di Caltanissetta ha emesso 12 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone già in carcere per altri motivi. Le indagini hanno anche consentito di individuare gli autori di altri due omicidi e di un tentato omicidio.

I dodici destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare sono accusati di omicidio e tentato omicidio aggravati dalle modalità mafiose. L’indagine, sostenuta dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha consentito di fare luce su alcuni delitti avvenuti durante la guerra di mafia che si svolse in provincia di Caltanissetta negli anni Novanta tra le famiglie nissene e quelle della stidda egemone nell’area di Gela.

Oltre ai mandanti e agli esecutori dell’omicidio di Francesco Pepi, al quale nel 2003 il Viminale ha riconosciuto lo status di vittima di mafia, sono dunque stati scoperti i responsabili dell’assassinio di Giuseppe Vaciarca e Gaetano Campione, avvenuti tra il febbraio del 1989 e l’ottobre del 1990, e quelli del tentato omicidio di Rocco Filippo Riggio.

Secondo gli investigatori, l’omicidio di Pepi fu deciso per dare in segnale chiaro: nonostante le cosche fossero in guerra, non sarebbe stato tollerato alcun gesto di dissenso contro il racket e le estorsioni.

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