Sequestro preventivo di beni immobili, tra cui una villa in Sardegna ad Arzachena e conti correnti riconducibili all’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni e al suo amico di vecchia data Alberto Perego imputati per il caso Maugeri. È questo il provvedimento disposto dal giudice Paolo Guidi su richiesta della Procura.
L’ammontare della corruzione nel caso Maugeri contestata all’ex Governatore lombardo, a Perego e ad altre persone, tra cui i presunti intermediari Pierangelo Daccò e Antonio Simone, sarebbe di circa 49 milioni di euro. Di questi, 39 milioni sarebbero la presunta corruzione legata alla vicenda Maugeri e 7,6 milioni sarebbero, invece, le presunte mazzette contestate nell’ambito del caso San Raffaele.
Da quanto si è saputo, il gip Guidi, accogliendo la richiesta dei pm di Milano Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, ha disposto un sequestro preventivo per equivalente di beni per un valore fino a 49 milioni di euro ai fini della confisca nel caso di un eventuale condanna. Sequestro che arriva dopo che lo stesso giudice, nelle scorse settimane, aveva rinviato a giudizio Formigoni, accusato di associazione per delinquere e corruzione, Perego, Daccò, Simone e altre persone imputate per il presunto scandalo Maugeri, ossia un giro di presunte mazzette per favorire, attraverso delibere della Giunta Regionale all’epoca guidata dal ‘Celeste’, la Fondazione pavese con stanziamenti regionali. Già nei mesi scorsi erano stati eseguiti sequestri (per il reato di associazione per delinquere) per un valore di circa 53 milioni di euro a carico del faccendiere Daccò, dell’ex assessore lombardo Antonio Simone e dell’ex direttore amministrativo della struttura sanitaria, Costantino Passerino.
Oggi, invece, sono arrivati i sequestri da 49 milioni che corrispondono all’ammontare della presunta corruzione che il giudice addebita all’ex Governatore e a Perego, ma in parte anche a Daccò, Simone e Passerino. I sequestri di oggi avrebbero riguardato in particolare 5 o 6 conti correnti del ‘Celeste’, l’ormai famosa villa in Sardegna acquistata da Perego per conto di Formigoni, secondo l’accusa, con un ‘maxi-sconto’ e venduta da Daccò. E ancora, da quanto si è appreso, una serie di immobili a Lecco e San Remo di cui il senatore risulterebbe comproprietario. Non sono stati sequestrati, invece, come prevedono le prerogative parlamentari, i conti di Formigoni riguardanti la sua attività di senatore.
Nella presunta corruzione da 49 milioni di euro, da quanto è emerso, il gip individua sia quegli 8 milioni di euro circa che l’allora Governatore avrebbe ricevuto sotto forma di benefit di lusso, come yacht e vacanze, che parte dei soldi distratti dalle casse della Maugeri e finiti agli intermediari, che quelli utilizzati per mantenere la rete di società all’estero servite per creare ‘fondi neri’.