Silvio Berlusconi non può candidarsi alle prossime Europee. La Corte di Strasburgo ha respinto anche la seconda richiesta presentata dall’avvocato Ana Palacio in nome di alcuni parlamentari di Forza Italia e di cittadini italiani per far sospendere immediatamente le pene accessorie della condanna all’ex premier (quattro anni di carcere, tre coperti da indulto, per frode fiscale nel processo Mediaset). Proprio oggi è l’ultimo giorno per la presentazione delle liste alle elezioni del 25 maggio prossimo.
L’avvocato Ana Palacio aveva messo a punto la richiesta di un provvedimento cautelare, a firma di diecimila elettori di Forza Italia. Nel ricorso predisposto dal legale, già ministro degli Esteri spagnolo con Aznar, si lamentava, infatti, la violazione del diritto degli elettori azzurri di votare il loro presidente.
Già la settimana scorsa, però, era arrivato lo stesso verdetto dalla Corte europea dei diritti umani che aveva rifiutato la richiesta di imporre allo Stato italiano di applicare con urgenza misure che possano consentire all’ex Cavaliere di candidarsi per le Europee.
Non è la prima volta che la questione della candidabilità, anche con altre tecnicalità, arriva davanti ai giudici di Strasburgo. L’ex presidente del Consiglio si era già rivolto alla Corte europea lo scorso 7 settembre puntando l’indice contro la legge Severino che considera incandidabile per sei anni chi è stato condannato a più di due anni di reclusione. I legali di Berlusconi sostenevano che la legge, approvata nel 2012, non potesse essere applicata alla condanna per frode fiscale nel processo Mediaset (che si riferisce a fatti precedenti) in quanto la sanzione dell’incandidabilità è equiparabile a una sanzione penale e dunque non può essere retroattiva.
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