Calabria, commissariata l'Affruntata della domenica di Pasqua
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Calabria, commissariata l'Affruntata della domenica di Pasqua

Il comitato per l’ordine e la sicurezza ha deciso di commissariare le storiche processioni di Pasqua a Stefanaconi e a Sant’Onofrio in programma.

Calabria, commissariata l'Affruntata della domenica di Pasqua
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19 Aprile 2014 - 18.26


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A Vibo Valentia il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, d’intesa con la diocesi di Mileto, ha deciso di commissariare le processioni dell’Affruntata di Stefanaconi e di Sant’Onofrio in programma per la mattina della domenica di Pasqua. La decisione è stata presa per evitare infiltrazioni della ‘ndrangheta nei due eventi religiosi, che sono ormai degli appuntamenti tradizionali per i due centri del vibonese. Già in passato era emerso che gli esponenti delle cosche della ‘ndrangheta avevano l’assoluto controllo delle processioni, decidendo chi doveva portare le statue.

Quest’anno tra i nomi di coloro che dovevano portare le effigi sacre, decisi attraverso un sorteggio, c’era anche una persona ritenuta vicina ad ambienti della criminalità e quindi si è deciso di convocare una apposita riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per decidere sul da farsi. Al termine della riunione è stato deciso che le statue saranno portate dai volontari della Protezione civile. Dall’inchiesta della Dda di Catanzaro, chiamata “Romanzo Criminale” contro le cosche della ‘ndrangheta del vibonese, è stato accertato che la cosca dei Patania di Stefanaconi aveva il potere assoluto sulla gestione dell’Affruntata, la tradizionale processione che si svolge la mattina della domenica di Pasqua nel centro del vibonese, in cui si rappresenta la rivelazione del Cristo alla Madonna dopo la Resurrezione.

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Nella processione c’è la statua di San Giovanni che, nell’ immaginario collettivo della criminalità organizzata e nella ricostruzione degli inquirenti, simboleggia la “detenzione del potere mafioso”.
Il boss Fortunato Patania, ritenuto a capo dell’omonima cosca, ucciso nel settembre del 2011, avrebbe sempre finanziato la processione, decidendo chi erano coloro che dovevano portare a spalle la statua di San Giovanni che appunto rappresentava il potere dell’organizzazione criminale. L’obiettivo della decisione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia è quello di “offrire alla comunità una maggiore serenità e purificare certi atteggiamenti per ricondurli ad una religiosità genuina”. Con queste parole il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, ha commentato la decisione di far portare dalla protezione civile le statue delle processioni dell’Affruntata di Stefanaconi e Sant’Onofrio per evitare l’ingerenza della criminalità organizzata nelle due manifestazioni di pietà popolare. Monsignor Renzo ha puntualizzato: “In questo modo si garantisce il normale svolgimento del rito, che non deve essere un momento di spettacolo fine a se stesso ma un’occasione di riflessione e preghiera”.

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Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo ha affermato che “bisogna stare attenti per evitare che manifestazioni religiose non diventino iniziative solo di folclore per lanciare segnali da parte della ‘ndrangheta. In questi anni, anche attraverso le indagini che abbiamo compiuto, è emerso che nel vibonese riveste particolare importanza le processioni di Pasqua, mentre in altre zone le cosche guardano con attenzione a quelle dei santi patroni”. Lombardo ha dichiarato: “Capita che in occasione delle processioni il capo della ‘ndrangheta locale si ponga davanti alla statua e questo sta a significare che lui è il reggente della cosca. Quando cambia la persona, vuol dire che è cambiato il reggente”. Perciò, per evitare che i riti religiosi vengano inquinati “è necessario che la Chiesa sia particolarmente attenta – ha ribadito il magistrato – e vigili costantemente sulla loro organizzazione e sul loro svolgimento”.

Nicola Gratteri, procuratore aggiunto al tribunale di Reggio Calabria, ha rimarcato il fatto che “le mafie si nutrono di consenso popolare. Per esistere, cercano la gente: sono presenti lì dove c’è da gestire denaro e potere e dove ci sono grandi folle, come nelle manifestazioni sportive ma soprattutto nelle e vicino alle processioni religiose. E’ importante – ha asserito il magistrato antimafia – in questi giorni di festività pasquali vigilare soprattutto in Calabria, contro ogni tentativo di infiltrazioni mafiose, perché per i capi della ‘ndrine la processione è una vetrina: amano farsi vedere vicino a santi e preti”.

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