Un’ordinanza per vietare di distribuire cibo ai senza fissa dimora. Succede a Verona, la città del sindaco leghista Flavio Tosi, che motiva la decisione come “questione di igiene”. Le aree coinvolte dal decreto sono piazza Viviani, piazza Indipendenza, cortile Mercato Vecchio, cortile del Tribunale e piazza dei Signori. In vigore fino al 31 ottobre, l’ordinanza prevede che le violazioni siano punite con una sanzione compresa tra un minimo di 25 e un massimo di 500 euro.
“Come rilevato dalle relazioni della polizia municipale e da numerose segnalazioni dei residenti, queste aree sono divenute negli ultimi mesi ritrovo e zona di bivacco permanente di numerose persone senza fissa dimora, alcune note alle forze dell’ordine e già colpite da provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale” spiega Tosi, secondo cui “nella zona è quindi aumentato in modo preoccupante il degrado urbano, con veri e propri accampamenti formati da materassi, resti di cibo, sporcizia e un crescente pericolo igienico-sanitario dovuto ai bisogni fisiologici di coloro che bivaccano nelle ore serali e notturne”.
Alcune di queste zone sono sottoposte a vincolo monumentale e paesaggistico, come piazza Viviani, “l’unica zona del centro dove i turisti possono sostare per consumare cibi d’asporto e che invece attualmente non è usufruibile a causa della permanenza di individui ubriachi che ostacolano la convivenza civile”. A Palazzo della Ragione, invece, è in corso una mostra permanente “che richiamerà migliaia di turisti anche dall’estero – sottolinea Tosi – e ogni mattina gli accessi sono ostruiti per l’occupazione con bivacchi, senza contare che la permanenza serale e notturna, in media di oltre venti persone, crea particolare allarme sociale nella popolazione residente”.
Un’iniziativa che, secondo il sindaco, non determina un venir meno dell’assistenza ai senza tetto, “ma in un contesto di equilibrio con la civile convivenza, con il rispetto dei residenti e delle norme igienico-sanitarie”. E conclude: “Per questo il comune ha predisposto da tempo idonei locali per garantire una dignitosa somministrazione dei pasti e collabora attivamente con il privato sociale, laico e religioso, impegnato nel sostegno dei soggetti bisognosi”.