di Pietro Manigas
Ci sono almeno 800mila persone pronte a partire dall’Africa verso l’Europa. L’allarme lo lancia il direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, ascoltato in audizione dalle commissioni Difesa ed Esteri riunite del Senato. E il Viminale che in tempi elettorali non trova di meglio che mostrare al pubblico il “nero periglio” che ci minaccia dal mare confermando e aggiungendo: “Il sistema di accoglienza è al collasso, non abbiamo più luoghi dove portarli e le popolazioni locali sono indispettite dall’arrivo degli stranieri”, scrivono zelanti. Beh sempre meno del milione che minacciava il ministro dell’Interno Bobo Maroni nel 2011. Quell’anno sbarcarono sulle nostre coste 63mila migranti.
Nel 2014 sono arrivati da inizio anno in Italia 25.000 migranti. Cioè, ne mancano ancora – a dar retta ad Alfano – 775mila… Eppure quei 25mila migranti già hanno messo la nostra capacità di accoglienza a dura prova. E questo perché se invece di fare allarmismo elettorale il Ministero dell’Interno avesse fatto il proprio dovere, avrebbe potuto inserire sul territorio italiano con organizzazione e metodo, con civiltà e capacità, i 25mila migranti giunti sulle nostre rive. Invece nel dilettantismo totale è caos già così, con fenomeni di inciviltà e razzismo. Con spreco di denaro pubblico e dubbie soluzioni.
Il governo dovrebbe attrezzarsi per rendere umane le condizioni di accoglienza, mangiare meno banane a favore dei fotografi e abrogare l’orrore razzista della legge Bossi-Fini. Oltre a smetterla di basare la politica su promesse e minacce, su fanfare e paure.