di Giancarlo Governi
E’ stato come fu quando un poliziotto della stradale uccise Gabriele Sandri, sparando senza motivo dalla parte opposta dell’autostrada. Il questore di Arezzo ci riempì di bugie con una ricostruzione assurda e fantasiosa dei fatti. Il poliziotto, disse, che aveva sparato per aria, che la pallottola aveva rimbalzato sulla rete di recinzione, aveva cambiato traiettoria ed era andato a colpire il povero Gabriele. Si capì subito che era una balla, di cui lo stesso questore si pentì.
Il prefetto e il questore di Roma prima hanno detto che c’erano stati degli scontri fra i tifosi della Fiorentina e del Napoli, poi hanno detto che a sparare era stato un commerciante della zona esasperato per la situazione di disagio che si era creata davanti al suo negozio, poi hanno dovuto ammettere che a sparare è stato un ultras della Roma. Però, ha detto il prefetto, che si trattava di un gesto isolato di un tifoso della Roma che trovandosi perduto ha messo mano alla pistola e ha sparato. Ora si viene a sapere che lo sparatore non era solo ma accompagnato da un comando di almeno altre quattro persone.
Sulla questione della trattativa con quella specie di animale seduto sulla balaustra della curva sono stati sbugiardati dalle immagine che hanno visto nove milioni di persone. Ora vorrei chiedere al prefetto di Roma: si rende conto signor prefetto che oggi viviamo alla luce del sole e che ogni istante della nostra vita è documentato minuto per minuto, e che basta un passante con il telefonino in mano a far cadere le verità più fantasiose? O pensa che la verità dei fatti stia ancora nei mattinali della questure ? Si aggiorni signor prefetto.
