Due scafisti del naufragio di ieri nel Canale di Sicilia, [url”in cui sono morti almeno 17 migranti”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=57975&typeb=0&Naufragio-a-Lampedusa-17-morti-e-200-dispersi-[/url], sono stati fermati dalla squadra mobile della Questura etnea. Si tratta di due nordafricani che sono stati già condotti in carcere. I reati contestati dalla Procura di Catania, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono anche il naufragio e soprattutto l’omicidio volontario plurimo.
Il provvedimento, eseguito dalla polizia, è stato emesso dal procuratore Giovanni Salvi e dal sostituto Monia Di Marco. Secondo l’accusa, i due avrebbero bloccato i motori in acque internazionali, per chiedere soccorso, causando un danno al natante che avrebbe cominciato a imbarcare acqua. Lo spostamento dei migranti a bordo alla ricerca di un posto per evitare di cadere in mare ha fatto rovesciare il barcone.
Sbarco a Pozzallo: fermati altri 6 scafisti – Intanto altri sei egiziani sono stati fermati da agenti della squadra mobile della Questura di Ragusa perchè ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione con 250 siriani, compresi decine di neonati e 50 minorenni, sbarcati ieri a Pozzallo dopo i soccorsi di una nave della Marina militare italiana.
I sei indagati devono rispondere anche di sequestro di persona per avere obbligato numerose famiglie a stare chiusi nella stiva del peschereccio per 5 giorni prima di lasciare la Libia. Gli scafisti avrebbero costretto con la forza a restare a bordo anche persone che volevano rinunciare al viaggio e ritornare a terra.
L’imbarcazione, per le condizioni del mare, ha rischiato più volte di capovolgersi, poi i migranti sono stati soccorsi in mare aperto. È stato stimato in circa 500mila euro il guadagno per questo viaggio della speranza.