Giorlandino: parla la poliziotta che l'ha ritrovata
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Giorlandino: parla la poliziotta che l'ha ritrovata

Seduta su una panchina, l'imprenditrice è stata ritrovata da un'assistente della Polizia di Stato non in servizio. Errati alcuni dettagli sulla stampa nazionale.<br>

Giorlandino: parla la poliziotta che l'ha ritrovata
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30 Giugno 2014 - 10.29


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di Alessia Lombardo

I problemi con il fratello legati all’eredità, uno stalker che non le dava tregua e fatti inspiegabili che le capitavano ultimamente uniti al non essere ascoltata da nessuno nonostante le denunce sono i motivi che hanno condotto l’imprenditrice romana Maria Stella Giorlandino ad allontanarsi mercoledì scorso da casa.

Il viaggio in treno fino a Napoli per arrivare alla Madonna di Pompei «alla ricerca della pace e della tranquillità».
Seduta su una panchina e molto stanca l’imprenditrice è stata ritrovata sabato sera da un’assistente della Polizia di Stato non in servizio.

La donna che l’ha convinta accomunata alla Giorlandino dallo spirito cristiano e dall’essere mamma è la trentasettenne aquilana Maria Piera Salvemme che, al momento del ritrovamento, era a spasso con la figlioletta nata lo scorso 21 gennaio.
Sposata con Carlo Schettino e con due figli, Michele, di due anni, e Sofia di cinque mesi, la Salvemme è attualmente in servizio al commissariato di Castellammare di
Stabia.

Senza filtri e con estrema precisione l’aquilana racconta il ritrovamento sottolineando come alcuni dettagli comparsi sulla stampa nazionale siano errati.

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Come è avvenuto il ritrovamento della Giorlandino e in che stato si trovava?

Sabato ho staccato dal commissariato di Castellammare di Stabia e dopo che mio marito mi ha portato la bambina sono andata nella Chiesa di Pompei. Volevo andare a Messa, ma non la celebravano a quell’ora. Ho visto la donna sulla panchina e l’ho riconosciuta soprattutto per il suo viso. Contrariamente a quanto è stato scritto la signora Maria Stella non era sporca né in stato
confusionale, ma era sicuramente stanca perché mi ha detto di aver camminato tanto. Ero con mia figlia Sofia nel passeggino per portare la bimba a fare una passeggiata. Così l’ho
salutata pronunciando il suo nome.

Come ha reagito l’imprenditrice una volta pronunciato il proprio nome?

Sinceramente avevo paura che scappasse, ma dicendole di essere una poliziotta e vedendomi mamma non l’ha fatto. Ha giocato con la mia bimba. Abbiamo parlato anche della sua famiglia e del marito. Mi ha detto che non ce l’aveva con lui e che il figlio dodicenne era tenuto all’oscuro del suo gesto.

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Quali sono state allora le cause dell’allontanamento?

Il gesto è stato fatto per dare risonanza a una situazione che la tormenta e non la fa vivere bene.
È una signora molto buona, ma piena di problemi legati all’eredità con il fratello. Mi ha detto di essere perseguitata da uno stalker. Inoltre ultimamente aveva denunciato le cose strane che le capitavano, ma nessuno le dava ascolto.

Come ha convinto la donna ad andare in Commissariato?

Le ho detto che la cercavano tutti e che erano preoccupati per la sua assenza.
Complice la presenza della mia bambina e il mio lavoro si è rassicurata e l’ho convinta ad andare insieme al commissariato di Pompei. In realtà mi ha fornito il numero del cellulare del marito, ma io stranamente non avevo il cellulare con me. Quindi l’ho convinta a chiamarlo in commissariato. Abbiamo chiamato e atteso il marito da Roma e sono rimasta con la piccola Sofia fino al suo arrivo.
Mi auguro che la signora Maria Stella Giorlandino riesca a trovare la propria serenità.

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