L’ennesima tragedia nel mare di Sicilia: sono una trentina i cadaveri a bordo del barcone con circa 600 immigrati che è stato intercettato ieri dalla nave della Marina Militare “Grecale” nel Canale di Sicilia. Le vittime di questa nuova tragedia del mare sono stipati nella stiva dell’imbarcazione, un vecchio peschereccio, e potrebbero essere morte per asfissia o per le esalazioni tossiche prodotte dal motore. Sul motivo del decesso in ogni caso non ci sono ancora certezze.
Gli altri migranti che si trovavano sul barcone sono stati trasferiti sulla nave militare impegnata nel dispositivo “Mare nostrum”, mentre i cadaveri sono stati lasciati all’interno del natante che sta venendo trainato verso il porto siracusano di Pozzallo, dove arriverà in mattinata.
Una volta giunti nello scalo marittimo si procederà alle operazioni di sbarco delle salme. Nel gruppo di migranti tratti in salvo ci sono anche due donne incinte, alle quali è stato prestato immediato soccorso.
Nel corso di tutto il fine settimana sono proseguite le operazioni di soccorso e salvataggio di immigrati nel Canale di Sicilia. Le navi della Marina militare e della Guardia costiera hanno soccorso 7 barconi ed hanno salvato complessivamente 1.654 persone.
Sindaco di Pozzallo. “Un’emergenza non affrontabile” – “Un’emergenza che non possiamo affrontare da soli” è l’allarme lanciato del sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna. “Le due uniche celle frigorifere del cimitero ospitano già i corpi di due migranti, per i quali non è stata disposta la sepoltura”. Quindi, si chiede, “dove metteremo le nuove 30 vittime di questa atroce tragedia?”. Il sindaco ritiene poi “impossibile accogliere i circa 900 migranti che stanno per arrivare: i centri di accoglienza della zona sono pieni, confidiamo nelle Istituzioni”.
Oltre 5000 migranti soccorsi nelle ultime 48 ore – Con l’arrivo del peschereccio sale a oltre 5000 il numero dei migranti salvati tra sabato e domenica. Continuano gli sbarchi nelle coste italiane, sono sempre di più le persone, in fuga dalla povertà e dalle guerre, che vengono soccorse al largo del Canale di Sicilia. Arrivi sono previsti oltre che nel porto di Pozzallo anche ad Augusta, Messina, Porto Empedocle, Taranto e Salerno.
Dall’inizio dell’anno sono già oltre 60mila gli uomini, le donne e i bambini salvati e sembra ormai evidente non solo che verrà superato il “record” del 2011 – 63 mila persone – ma anche che è sempre più realistica la previsione dei tecnici che non escludono la possibilità che si arrivi a 100mila persone a fine anno. E con gli ultimi soccorsi della Marina Militare e della Guardia Costiere riemergono i problemi dell’accoglienza e dell’operazione Mare Nostrum.
Alfano “Mare Nostrum deve diventare operazione europea”
– Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, qualche giorno fa al vertice del G6 a Barcellona, ha ribadito che Mare Nostrum “deve diventare un’operazione europea”, con Bruxelles che deve farsi carico “di questo peso” e mostrare “una strategia chiara”.
Parole che però non sembrano essere state tradotte come l’Italia sperava. Se infatti al vertice europeo sono state poste le basi per un rafforzamento di Frontex – che per il 2014 ha un budget di soli 90 milioni di euro, vale a dire l’equivalente del costo di 10 mesi della missione Mare Nostrum – è saltato dall’accordo finale il “mutuo riconoscimento” delle decisioni sull’asilo. Un nodo su cui l’Italia puntava con la speranza di superare Dublino 3, il regolamento dell’Ue che costringe i migranti a fare richiesta d’asilo nel paese in cui sbarcano.