Ripetere l’esame del Dna. E’ questa una delle strade che stanno battendo Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, gli avvocati di Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di Mapello in carcere dallo scorso 16 giugno accusato del brutale omicidio della tredicenne di Brembate Sopra, Yara Gambirasio. Il 44enne è stato arrestato proprio perché il suo Dna corrisponde al 99,99999987% con quello rinvenuto nelle macchie di sangue trovate sui leggins e sugli slip della ragazzina.
Il campione di Dna di Bossetti era stato raccolto, alcuni giorni prima dell’arresto, nel corso di un controllo stradale fittizio, organizzato appositamente a Mapello, nelle vicinanze dell’abitazione di Bossetti. Un esame che gli inquirenti, prima di procedere al fermo, avevano ripetuto per quattro volte, in altrettanti laboratori diversi.
Gli avvocati di Bossetti, però, presenteranno a breve una richiesta affinché venga ripetuto il confronto del codice genetico del loro assistito. Un’istanza che sarà avanzata per verificare ulteriormente l’attendibilità di quel test. Un diritto che spetta agli avvocati della difesa, e che Gazzetti e Salvagni non intendono lasciarsi sfuggire in questo delicato caso.