Miur: ecco il perché dei ritardi del sostegno
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Miur: ecco il perché dei ritardi del sostegno

Tra le soluzioni, secondo il Miur, ci sono le nuove assunzioni e la formazione per tutti i docenti.

Un'insegnante di sostegno
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8 Ottobre 2014 - 22.01


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E’ passato quasi un mese dall’inizio dell’anno scolastico e tanti sono ancora i “buchi” da riempire, le questioni da risolvere, le richieste da soddisfare. Se alcune carenze sono ormai strutturali, se a tante di queste ormai le famiglie sono pronte a provvedere di tasca propria (tinteggiatura delle aule, contributo volontario, acquisto di materiale per l’igiene quotidiana), alcune esigenze sono però irrinunciabili e necessitano di una risposta istituzionale, perché la scuola possa svolgere il suo ruolo efficacemente con tutti.

Esemplare è, in questo senso, la questione del sostegno scolastico: tra tagli e ritardi, tra riorganizzazione e avvicendamenti vari, moltissime sono le famiglie di studenti con disabilità che hanno vissuto l’avvio di questo anno scolastico (come, ma forse anche più dei precedenti) come un vero e proprio incubo: alcune di queste storie le abbiamo raccontate su Redattore sociale, nel corso delle prime settimane di scuola.

C’è Maria, la mamma che chiede solo un bagno adatto a suo figlio e personale capace di aiutarlo; c’è Alina, che non esita a chiamare i carabinieri e a denunciare il comune, perché non può tollerare che suo figlio sia abbandonato con la testa sul banco, senza nessuno che si curi di lui; c’è Patrizia, che i primi giorni di scuola li passa dietro il banco, insieme a suo figlio, visto che “gli insegnanti di sostegno e gli assistenti ancora non arrivano”. Ci sono, ancora, i genitori di Lorenzo, indignati che al loro ragazzo “siano lasciate solo le briciole del sostegno, da spartirsi con gli altri compagni disabili”.

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Ma perché tanti disagi, tante difficoltà e tanti ritardi? Cos’è che non ha funzionato, all’inizio dell’anno? E perché è tanto difficile far trovare ai ragazzi, soprattutto ai più fragili, una scuola pronta ad accoglierli nel migliore dei modi? Lo abbiamo chiesto ad alcuni dirigenti del ministero dell’Istruzione, che dalla direzione generale per lo Studente e l’integrazione lavorano ogni giorno per costruire quella scuola inclusiva che tutti vorremmo.

All’apertura della scuola, mancavano all’appello tanti insegnanti di sostegno: una situazione che ha comportato gravi disagi per molte famiglie. E’una novità di quest’anno? E perché accade?

I dirigenti scolastici, per poter richiedere il posto di sostegno, devono attendere la certificazione rilasciata dalla Asl. di competenza, corredata dal profilo dinamico-funzionale. Quest’anno, le novità riguardano solo le nuove certificazioni. È infatti previsto che le Commissioni mediche, nei casi di valutazione della diagnosi per l’assegnazione del docente di sostegno, siano integrate obbligatoriamente dal rappresentante dell’Inps, che partecipa a titolo gratuito.

Di anno in anno aumenta, purtroppo, il numero di queste certificazioni ed è così più complesso dare una riposta, poiché bisogna tenere conto dell’organico di fatto e aggiustare il tiro con quello di diritto. La scuola italiana fa un grande sforzo per dare una risposta a chi ha questo tipo di esigenze. E cerca di farlo sempre più…

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