Tor Sapienza: i minori sono tornati e subito ritrasferiti
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Tor Sapienza: i minori sono tornati e subito ritrasferiti

Non possono entrare, le disposizioni sono chiare. Il Comune li ha convinti a tornare nelle altre strutture, con la promessa di trasferire presto anche i loro operatori.

Tor Sapienza: i minori sono tornati e subito ritrasferiti
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14 Novembre 2014 - 15.26


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Trasferiti di nuovo, dopo il tentativo di tornare in quella che considerano la loro casa. Dieci ragazzi, minori non accompagnati, portati via ieri dopo le tensioni dei giorni scorsi, dal centro di accoglienza di via Giorgio Morandi sono tornati da soli questa mattina davanti alla struttura di Tor Sapienza. Scappati dalle strutture dove erano stati portati in fretta e furia, hanno fatto le valige e agli operatori hanno chiesto “fateci rientrare”. Ma le disposizioni sono chiare, lì non possono più stare, per inagibilità della struttura gravemente danneggiata dalle aggressioni dei giorni scorsi, e per la loro incolumità personale, visto che si tratta di minori sotto tutela.

Così, dopo un incontro in Comune, con i responsabili dello staff dell’assessorato alle politiche sociali, sono stati convinti a tornare in quelle strutture che non amano e non conoscono “per il loro bene”. La promessa è quella di trasferire nella nuova struttura dove sono ospitati anche gli operatori, a cui sono affezionati, e assicurare una continuità educativa. “Gli abbiamo spiegato che non possono stare lì per motivi di sicurezza – fanno sapere dall’assessorato -. E abbiamo chiarito anche la tempistica della loro progettualità. A differenza di quello che si sente in questi giorni, erano stati inseriti nel quartiere, avevano una tessera per andare in piscina, una scuola che frequentavano. Ora tutto questo lavoro è da reimpostare e riparte da zero. È normale che i ragazzi, vittime anche di aggressioni in questi giorni, si sentano così impauriti e spaesati. Ma presto manderemo gli operatori a lavorare nella struttura dove ospitati adesso”.

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Ieri, oltre i 35 minori non accompagnati in pronta accoglienza, sono stati trasferiti anche dieci minori italiani inviati dal tribunale dei minorenni perché le aggressioni erano ormai indistinte. Mentre per ora restano nel centro i 36 adulti del progetto Sprar.

“Quando sono tornati, questa mattina, non sapevamo cosa dirgli – spiega Alessia Armellini, operatrice della cooperativa Un sorriso -. Qui non possono entrare, ma la considerano come la loro casa. Anche con noi c’è un rapporto d’affetto, un percorso che è anche e soprattutto umano. Per questo abbiamo deciso di aiutarli a tirar fuori la loro voce in una lettera-appello in cui cercano di dire basta alle divisioni. Sono stati al centro di una polemica molto più grande di loro”.

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