Omicidio di Igino Duello, ucciso in strada da 5 colpi di pistola
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Omicidio di Igino Duello, ucciso in strada da 5 colpi di pistola

Novità nell’indagine sull’assassinio di Ottavia, in cui il 30 dicembre scorso ha perso la vita il pregiudicato trafficante di droga

Omicidio di Igino Duello, ucciso in strada da 5 colpi di pistola
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2 Gennaio 2015 - 16.39


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di S.M.

Si torna a parlare dell’omicidio di Igino Duello che sarebbe stato ucciso da 5 colpi di pistola. È la novità emersa dall’indagine sull’assassinio avvenuto a Ottavia la sera del 30 dicembre scorso, in cui ha perso la vita il 53enne pregiudicato trafficante di droga. L’agguato è avvenuto a poca di stanza dall’abitazione di Duello, alla periferia Nord di Roma. Stava parcheggiando l’auto sotto casa, in via Esperia Sperani, quando è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco ed è morto quasi sul colpo. Le indagini sulla sua morte sono in mano ai carabinieri della compagnia Trionfale.

Al momento gli inquirenti sono al lavoro per dare un movente all’esecuzione dell’uomo, che nei mesi scorsi era finito in carcere per vicende legate al traffico di sostanze stupefacenti. Il pubblico ministero, Tiziana Cugini, della direzione distrettuale antimafia di Roma, ha ascoltato una serie di persone tra cui anche i parenti della vittima per cercare di delineare l’ambito in cui si è consumato il delitto.

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I killer hanno atteso Duello a pochi passi dall’abitazione e lo hanno freddato con una serie di colpi. Un’azione che per modalità, spigano fonti inquirenti, potrebbe avere un duplice significato: da un lato a sparare potrebbero essere stati ‘mani non esperte’ e questo lo fa pensare l’alto numero di colpi esplosi (non si sa ancora se tutti dello stesso calibro); dall’altro i sicari hanno forse voluto far credere ciò per tentare di ‘inquinare’ l’attività investigativa.

In base a quanto ricostruito sinora, l’ambito in cui Duello si muoveva era quello del traffico di droga del quadrante Primavalle-Casalotti. Un giro d’affari da milioni di euro. Nel marzo scorso l’uomo era stato arrestato con il cognato e sodale di lungo corso – il boss Walter Domizi, detto Il Gattino, ora in carcere a Spoleto per reati legati sempre agli stupefacenti – nell’ambito di una maxi-operazione antidroga che ha coinvolto il Lazio e la Sardegna.

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