Papa Francesco torna in Asia dopo cinque mesi dal suo viaggio in Corea. Il suo aereo è partito da Fiumicino alle 19:05 di oggi.
Questa mattina il Papa ha dichiarato la motivazione alla base di questo suo interesse per le regioni orientali: “A loro e ai loro governi desidero manifestare, ancora una volta, l’anelito della Santa Sede ad offrire il proprio contributo di servizio al bene comune, all’armonia e alla concordia sociale. In particolare, auspico una ripresa del dialogo fra le due coree, che sono paesi fratelli che parlano la stessa lingua”. Rallegrandosi poi per la firma nel marzo scorso dell’accordo che pone fine a lunghi anni di tensioni nelle Filippine.
La prima tappa sarà lo Sri Lanka, Paese in cui il 70% della popolazione è buddhista, il 12-13% è induista, il 10% islamica e il 7% è cristiana, e dove vivono 1,2 milioni di cattolici. Qui il Papa incontrerà a porte chiuse i 20 vescovi locali, le autorità governative, per poi recarsi al Santuario mariano ‘Our Lady of Madhu’. Bergoglio visiterà poi le regioni teatro della guerra civile, nella speranza di accelerare la riconciliazione fra la minoranza Tamil e la maggioranza cingalese.
La capitale Colombo è in attesa: all’aeroporto internazionale le misure di sicurezza sono state predisposte per l’occasione e saranno dispiegati oltre 20mila poliziotti.
Il 15 gennaio, sarà la volta delle Filippine: Paese asiatico a maggioranza cattolica e che si prepara al 500esimo anniversario di evangelizzazione, nel 2021. Bergoglio celebrerà la Messa e passerà nelle Filippine tre giorni. Proprio qui, nel 1995, Giovanni Paolo II tenne quella che è considerata essere la più grande Messa della storia dell’uomo, con quattro milioni di fedeli presenti al rito.
Lunedì 19, nel pomeriggio, il rientro in Vaticano.
Prima di partire, Papa Francesco ha inviato un telegramma al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui esprime “sinceri auspici di serenità, di unità e di benessere spirituale e sociale del popolo italiano”
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