Roma, nuove intimidazioni fasciste contro i gay
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Roma, nuove intimidazioni fasciste contro i gay

Manifesti omofobi sono apparsi sulla sede romana del Gay Center a Testaccio, in cui è raffigurata una bambina con la scritta 'No alle adozioni gay'.

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4 Febbraio 2015 - 14.53


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Anche la notte scorsa sono stati affissi dei manifesti omofobi sulla sede romana del Gay Center a Testaccio, in cui è raffigurata una bambina con la scritta ‘No alle adozioni gay’. Ne dà notizia il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo spiegando che a firmare l’azione un gruppo che si chiama ‘Azione Frontale’, associazione di estrema destra che nel febbraio del 2014 aveva inviando tre teste di maiale e un volantino negazionista al Ghetto Ebraico di Roma.

“Stiamo sporgendo denuncia contro Azione Frontale – aggiunge Marrazzo – e chiediamo al Comune di rimuovere i manifesti dai nostri uffici dove ha sede anche il numero verde anti omofobia Gay Help Line”. Secondo Marrazzo, “questo tipo di azioni vogliono essere una forma di intimidazione diretta a chi come noi si batte per il riconoscimento dei diritti civili. Ma forse sono anche frutto di un dibattito esasperato portato avanti da gruppi e forze politiche che vogliono creare un nemico, i gay e le associazioni omosessuali. Una vera istigazione all’odio fatta di attacchi contro quella che molti politici, in Parlamento o nel Comune di Roma chiamano la cultura del gender o la lobby gay. Proprio in questi giorni stiamo facendo partire una campagna per supportare le coppie gay con figli anche dopo l’annuncio del sindaco Marino di voler trascrivere l’atto di nascita dei figli delle coppie omosessuali addottati e riconosciuti all’estero. Purtroppo ancora una volta dobbiamo rilevare – conclude – l’assenza di una legge contro l’omofobia che impedisce di perseguire con maggiore severità azioni come queste. Il Parlamento faccia presto”.

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“Le forme di intimidazione dei gruppi estremisti come Azione Frontale dovrebbero essere severamente represse con la chiusura dell’associazione responsabile, già autrice, oltre un anno fa, di offese ignobili alla comunità ebraica. Quanto accaduto stanotte alla sede romana del Gay Center è anche l’ennesimo segnale dell’inasprimento del dibattito sul tema dei diritti omosessuali, di cui anche la politica é responsabile per i toni poco dignitosi utilizzati le scorse settimane contro il registro delle unioni civili e le adozioni”. Lo dichiara Imma Battaglia, consigliere capitolino di Sel. “A queste offese continueremo a rispondere col nostro impegno civile, nelle istituzioni e nelle associazioni – aggiunge – per ribadire che solo una cultura inclusiva, che parta dalle famiglie e dalla formazione nelle scuole, può contrastare la barbarie che cerca di fermare il cammino inarrestabile dei diritti”.

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