Espulsi dal centro dopo la protesta: per strada 13 richiedenti asilo
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Espulsi dal centro dopo la protesta: per strada 13 richiedenti asilo

Provenienti da Sierra Leone, Costa d’Avorio e Mali, avevano protestato il mese scorso a Roma per la mancata erogazione del “pocket money” loro dovuto.

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14 Febbraio 2015 - 17.23


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Hanno trovato per loro un provvedimento di revoca delle misure di accoglienza e così, espulsi dal centro di accoglienza, sono di fatto in mezzo alla strada, nella paradossale condizione di non poter essere espulsi (perché richiedenti asilo) e di non poter essere reinseriti nel programma d’accoglienza. I protagonisti sono 13 giovani, provenienti da Sierra Leone, Costa d’Avorio e Mali, che fino a due giorni fa erano stati accolti dal centro d’accoglienza “Namastè”, gestito dalla Eriches Coop. 29 giugno a Ponte di Nona, alla periferia di Roma.

Si tratta dei giovani che il 19 gennaio scorso avevano protestato per la mancata erogazione del “pocket money”, ovvero del kit igienico mensile e della diaria di 2,5 euro data in forma di beni (abbonamento per il trasporto urbano, ricariche telefoniche, tabacchi e buoni pasto). In seguito alla vicenda “Mafia Capitale”, il commissariamento della cooperativa che gestisce il centro d’accoglienza aveva comportato l’interruzione – oltre che dell’erogazione del cibo e dell’acqua calda – anche del ticket di 2,50 euro che percepivano giornalmente.

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In seguito alla loro protesta, la cooperativa inviò una relazione indirizzata alla prefettura di Roma che accusava i ragazzi di aver violato le regole del Centro. E ora la Prefettura ha emesso l’ordinanza di revoca delle misure di accoglienza.
Secondo Usb (Unione sindacale di base), che rende nota la vicenda, quello della revoca delle misure di accoglienza “è un episodio inusuale che la legge prevede solo in presenza di casi particolarmente gravi”, e infatti la prima reazione alla notizia, due giorni fa, è stata di grande incredulità. I giovani sono prima stati allontanati dalla struttura, arrestati e poi trattenuti nel Commissariato di zona. Rilasciati, “si trovano a dormire per strada al freddo, abbandonanti e senza nessun mezzo di sostentamento: tutte le autorità sembrano aver scaricato il problema”, dice Usb. La situazione dei giovani è paradossale, perché “non possono essere reinseriti nel circuito dell’accoglienza, non hanno mezzi di sostentamento propri, e non possono comunque essere espulsi perché nello status di richiedenti asilo”. Secondo l’Usb “questa vergognosa e disumana vicenda conferma che questo programma di accoglienza non funziona” e rilancia la manifestazione già prevista per il prossimo 23 febbraio a Roma in piazza dell’Esquilino (ore 10).

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