Ancora una bufera su Frontex. Dopo la notizia che l’agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Ue sapesse già che con l’operazione Triton, una volta cessati i pattugliamenti italiani con Mare Nostrum, era probabile un aumento degli immigrati morti in mare, ora il principale canale televisivo tedesco Ard denuncia che Frontex non avrebbe detto la verità sulle cosiddette navi fantasma nel Mediterraneo, che in realtà non erano tali.
Risale a inizio gennaio la notizia che i criminali responsabili della tratta e del traffico di migliaia di esseri umani avevano cominciato a usare navi senza bandiera per portare gli immigrati a largo delle coste italiane per poi abbandonarli alla deriva in balia del loro destino, navi spesso lasciate guidare da alcuni fra gli immigrati stessi, senza addestramento né la minima conoscenza del mare e delle imbarcazioni. Frontex, allora, su tutti i giornali parlava di un ulteriore salto di qualità nella crudeltà dei trafficanti e di veri e propri assassini e naufragi programmati e premeditati.
La trasmissione tedesca Panorama, invece, esaminando il caso della più grande di queste presunte navi fantasma, la Blue Sky M, che ha portato in Europa oltre 750 persone, per la maggior parte profughi siriani, ha scoperto che le cose non stavano proprio come Frontex le raccontava.
La nave in realtà non era stata lasciata senza equipaggio, era attrezzata per affrontare il mare e guidata da marinai professionisti, anch’essi siriani, che hanno portato sé stessi e i passeggeri in salvo, sbarcando sulle coste italiane, senza nessun pericolo di naufragio.
E infatti la Blue Sky M è approdata, la notte di San Silvestro del 2014, nel porto di Gallipoli. Secondo lo stesso sostituto procuratore di Lecce, Guglielmo Cataldi, sia la struttura della nave, sia l’elettronica di bordo che il motore erano in buone condizioni.
Ma allora perché Frontex avrebbe mentito? La trasmissione Panorama, in cui il reportage è andato in onda, ipotizza che il tutto rientri in un’operazione di propaganda da parte di Frontex e delle guardie costiere europee per convincere l’opinione pubblica che il problema dell’immigrazione irregolare sia da ascrivere solo all’operato di scafisti, trafficanti e facilitatori sempre più senza scrupoli.
La stessa portavoce di Frontex, Ewa Moncure, ha ammesso in un’intervista con i giornalisti del programma dell’Ard, che le informazioni in possesso dell’agenzia sei settimane fa erano diverse rispetto a quelle che hanno a disposizione ora. Questo, però, non sembra sufficiente per un ripensamento da parte di Frontex della sua strategia di comunicazione e di informazione.