Genova, il medico suicida lascia un biglietto: scusate, vi abbraccio
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Genova, il medico suicida lascia un biglietto: scusate, vi abbraccio

E' il messaggio lasciato dal pediatra, suicidatosi in relazione all'inchiesta su un traffico di farmaci salvavita in cui sono coinvolti il figlio farmacista e la nuora.

Genova, il medico suicida lascia un biglietto: scusate, vi abbraccio
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30 Aprile 2015 - 19.00


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“Ho sempre amato la mia famiglia e i miei bimbi. Li abbraccio tutti anche quelli che ora sono diventati adulti”. E’ il messaggio lasciato dal pediatra, suicidatosi domenica notte in cui è anche scritto “La magistratura miope a volte uccide”, in relazione all’inchiesta della procura di Monza su un traffico di farmaci salvavita in cui sono coinvolti il figlio farmacista e la nuora. Il messaggio è stato trovato nella sua auto. Il testo prosegue con la frase: “Chiedo scusa per il mio gesto. A Marco e Valentina (il figlio e la nuora) vi abbraccio forte. Mi raccomando pensate alla nonna”.

Nella macchina, gli investigatori della squadra mobile coordinati dal sostituto procuratore Biagio Mazzeo, sono stati trovati anche numerosi biglietti scritti a stampatello con indicazioni pratiche. Dal codice della cassaforte, ai nascondigli dove trovare i gioielli di famiglia, il numero del giardiniere, le disposizioni per disdire i contratti di luce, acqua e gas dello studio medico, il nome del notaio a cui rivolgersi per la successione. Questi foglietti verranno sottoposti a perizia calligrafica per capire chi li abbia effettivamente scritti. Intanto, ieri pomeriggio è stato ascoltato nuovamente il figlio del pediatra. “Mio padre era turbato, preoccupato per l’inchiesta che mi aveva coinvolto. Turbato perchè l’avvocato non gli aveva dato la sicurezza che la vicenda si sarebbe risolta in tempi brevi. Era provato, amareggiato, deluso”, ha raccontato agli agenti.

“I miei genitori andavano d’accordo – ha continuato – Un giorno, dopo aver parlato dell’inchiesta, mi hanno detto: ‘Se continua cosi’ ci ammazziamo’. Io ho risposto ‘Ma non ditele nemmeno per scherzo queste cose’. Ho pensato a una frase dettata dal momento, non la presi sul serio”. Ieri la procura di Genova ha indagato la moglie del medico per istigazione o agevolazione al suicidio. Gli accertamenti intanto proseguono per chiarire con esattezza tutti gli aspetti della vicenda.

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