Mafia Capitale, Zingaretti: un quadro inquietante
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Mafia Capitale, Zingaretti: un quadro inquietante

Il governatore del Lazio torna sul terremoto che sta colpendo la politica capitolina: abbiamo messo gli anticorpi contro certe pratiche

Mafia Capitale, Zingaretti: un quadro inquietante
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5 Giugno 2015 - 10.28


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La nuova ondata di arresti per Mafia Capitale ha portato nuovo scompiglio nel mondo della politica capitolina, delineando un quadro sempre più preoccupante. Nicola Zingaretti, governatore del lazio, torna sull’argomento in un’intervista al Corriere della Sera: “Ciò che sta emergendo è inquietante, l’inchiesta offre un quadro devastante di ciò che si muove o si è mosso in città, ma in Regione noi abbiamo bandito gare per 3 miliardi e 900 milioni e a quei ‘signori’ non è arrivato neanche un centesimo, non hanno proprio toccato palla”.

L’esponente del Pd cita le “cose fatte e prima dell’inchiesta: abbiamo fatto ruotare i dirigenti, istituito una centrale unica degli acquisti, avviato la collaborazione con Raffaele Cantone per le gare, digitalizzato i procedimenti amministrativi. Si può fare di piu’? Sì, certo: ma qui dentro non abbiamo giocato a briscola, abbiamo messo gli anticorpi contro certe pratiche”. E sull’arresto del suo ex capo di gabinetto Maurizio Venafro, commenta: “Ha chiarito molto bene, ha interloquito con il capo dell’opposizione Luca Gramazio solo ed esclusivamente su un terreno politico”.

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Zingaretti riflette poi sulla situazione del Pd romano: “Bisogna continuare a rinnovare. E per me è necessario rifondare l’idea stessa del perche’ si fa politica: non per se stessi, ma per gli altri. A me colpisce l’interesse quasi privatistico dimostrato da alcuni. E comunque – sottolinea il governatore – se qualcuno ha sbagliato deve pagare”. Quanto al sindaco Ignazio Marino, “c’è una sola cosa che emerge chiaramente: tutti questi ‘signori’ si muovevano contro di lui, nella speranza che cadesse, e non si può non prenderne atto”.

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